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Museo della Mafia, Sgarbi vince contro la vedova Salvo

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Il giudice di Marsala dà ragione al sindaco di Salemi, che potrà di nuovo esporre la foto dell'esattore defunto

Eleonora Crisafulli
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Il sindaco di Salemi, Vittorio Sgarbi, potrà esporre al Museo della Mafia la fotografia che ritrae Nino Salvo con il cugino Ignazio, il giorno dell'arresto del boss.  Lo ha stabilito il giudice di Marsala, Sara Quittino, accogliendo le tesi difensive del comune contro il ricorso presentato dalla vedova di Nino Salvo, Maria Francesca Corleo. La donna si opponeva all'esposizione della foto perché il marito, pur essendo presente sulla scena immortalata nello scatto e apparsa sul quotidiano L'Ora, non ha mai ricevuto una condanna per mafia, a differenza del cugino. L'esattore di Salemi, infatti, morì pochi giorni prima dell'inizio del maxiprocesso nel quale figurava fra gli imputati. Il Tribunale in precedenza, lo scorso 8 maggio, con un provvedimento urgente del giudice Matteo Giacalone, accogliendo in prima istanza le richieste degli eredi Salvo, aveva ordinato al Comune di non utilizzare in alcun modo nell'ambito delle attività del Museo l'immagine di Salvo. "Il sindaco - fanno sapere dal Comune - si è comunque rifiutato di applicare la prima ordinanza del giudice Giacalone e, provocatoriamente, ha fatto esporre all'interno del Museo della Mafia le pagine dei giornali che pubblicarono la notizia, nel 1995, di una indagine per mafia in Calabria, poi archiviata, su di lui e su Tiziana Maiolo". Con quest'ultima ordinanza, Sgarbi vince contro la ricorrente, condannata inoltre al pagamento di tutte le spese giudiziarie.

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