Una scritta bianca, “La strada è di tutti”, su sfondo rosso. Suona come uno slogan legato a una campagna sulla sicurezza stradale, e su questo non ci piove. Ma è l’illustrazione che l’accompagna ad aver scatenato un vero putiferio: un mamma che spinge una carrozzina con un bambino. Dice: e allora? Ovvio che proprio i pedoni siano i soggetti che più sono a rischio nel caso di automobilisti indisciplinati o addirittura incoscienti. E però l’impressione è che si tratti di una donna vestita in foggia musulmana addirittura in burqa, sostiene qualcuno. Ed esplode la polemica.
Suscita dunque un’infinità di polemiche l’immagine scelta dal Comune di Jesi, in provincia di Ancona, per la campagna di segnaletica e sicurezza stradale dal titolo “Vai piano”, iniziata nell'estate 2024 e proseguita nei mesi successivi. Le opposizioni di centrodestra alla giunta progressista guidata dal sindaco Lorenzo Fiordelmondo sono - come si dice in questi casi letteralmente insorte. La sezione locale di Fratelli d’Italia chiama non a caso in ballo Oriana Fallaci e i sui timori sullo “scontro di civiltà” fra Occidente e islam, urla all’«islamizzazione» e alla «distruzione della nostra identità». Anche la Lega, in una nota, parla di «schiaffo» sia al rispetto della donna sia ai principi di libertà e uguaglianza.
«Il Comune di Jesi, guidato dalla sinistra, utilizza perfino la sacrosanta battaglia sulla sicurezza stradale per rendere omaggio all’islam» scrive il Carroccio, secondo il quale «prevedere una campagna con l’immagine stilizzata di una persona col burqa, è uno schiaffo che dimentica un’altra causa di grande valore: quella del rispetto delle donne. E dimentica anche i principii di libertà e uguaglianza su cui si fonda la civiltà occidentale». E ancora, con riferimento alle prossime elezioni regionali: «Confidiamo che anche Matteo Ricci (candidato del centrosinistra alla carica di governatore delle Marche, ndr) prenda le distanze da una simile iniziativa: diversamente, apparirebbe più come un aspirante imam che come un aspirante governatore. Chiederemo conto di eventuali soldi pubblici utilizzati per questo omaggio all’islam».
E il Comune di Jesi che cosa risponde? La replica è affidata a quelle che evidentemente è una delle responsabili della campagna in questione, l’assessora alla mobilità Valeria Melappioni. Che in effetti nega si tratti della stilizzazione di una donna musulmana (che però, a onor del vero, appare piuttosto evidente): «L’unica cosa che si vede è una figura genitoriale che spinge un passeggino - sostiene l’assessora -, un’immagine universale di cura e responsabilità. La polemica sollevata è l’ennesima dimostrazione di come si cerchi di inquinare il dibattito pubblico su un tema delicatissimo come la sicurezza stradale con futili e pretestuose interpretazioni». E conc,ude: «Chi ha sollevato questa critica non è interessato alla sicurezza stradale.