Chi sono i professionisti del disordine? Certamente violenti a cui della causa pro-Pal frega poco o nulla. Oggi è Gaza, ieri era il clima, domani sarà quel che sarà. La parola d’ordine è devastare.
Ai volti noti dei centri sociali e delle frange più oltranziste della galassia anarchica, i black bloc, si stanno aggiungendo ora i famosi italiani di seconda generazione ai quali la sinistra vorrebbe regalare la cittadinanza come premio a un’integrazione inesistente. Erano tanti i “maranza” in prima linea ieri, da Milano a Bologna: la religione, l’islam, è il collante che li unisce alla Palestina e dunque alle violenze di piazza. Cresciuti in contesti disagiati, sono la manodopera perfetta al servizio degli antagonisti.
Fomentati contro la destra e contro la polizia, sono ormai una presenza fissa nei cortei. Non hanno nulla da perdere ed è per questo che sono pericolosissimi. Poi ci sono le sigle rosse, i duri e puri del sindacalismo di base.
L’Usb è tra le più attive e non a caso è stata l’organizzatrice dello sciopero generale di ieri al grido di “Blocchiamo tutto”. Toni forti, che diventano micce per chi vanta un’indole violenta. Una saldatura, quella tra centri sociali, immigrati e sindacati, che spaventa. E non poco. Gli occhi sono tutti sul prossimo 4 ottobre, quando a Roma ci sarà una grande manifestazione nazionale sempre pro Gaza.
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha infatti messo in guardia dal rischio escalation: «Tutto questo non si esaurisce in una sola giornata come quella di oggi. C’è un numero importante di facinorosi, persone che cercano di cogliere la sensibilità generale come opportunità per fare le solite azioni di violenza pura e semplice». Un consiglio: «Invito coloro che organizzano queste iniziative e coloro che scendono in piazza a tenere sempre distinta la loro posizione da quella di chi non vede altro che l’occasione di mescolarsi tra la gente e porre in essere azioni come quelle che abbiamo visto oggi (ieri, ndr)».
L’ipotesi è che le questure prendano accordi preventivi con gli organizzatori delle manifestazioni, con l’obiettivo di isolare i violenti. Anche se non sarà facile.
Piccola nota: tra i fermati di Milano ci sono quattro “bravi ragazzi” del Lambretta. Uno dei centri sociali più agguerriti della città, che Beppe Sala e compagni hanno regolarizzato due anni fa dopo cinque occupazioni abusive in undici anni. Un premio all’illegalità. E ora come la mettiamo? Il Pd gli toglierà la concessione degli spazi pubblici “regalati” oppure continuerà a coccolarli? In attesa della prossima guerriglia urbana...