L'omicidio di Marco Veronese, 39enne imprenditore di Collegno (Torino) specializzato in installazione di antifurti e telecamere di sorveglianza, avvenuto nella notte tra il 22 e il 23 ottobre 2025, presenta indizi che puntano a un regolamento di conti legato al suo lavoro. Ucciso con almeno 12-13 coltellate da un killer incappucciato all'angolo tra via Sabotino e corso Francia, a pochi passi dall'abitazione dei genitori con cui viveva dopo la separazione dalla ex compagna, Veronese era padre di tre figli piccoli.Un dettaglio cruciale emerge dal furto avvenuto sabato 18 ottobre nella caffetteria Bermuda, affacciata su via Sabotino: Veronese, che aveva montato le telecamere nel locale, il giorno dopo prelevò le registrazioni per consegnarle agli inquirenti.
Tre giorni dopo, fu assassinato con ferocia, come se qualcuno volesse "fargliela pagare" per aver ostacolato i ladri. La zona di Collegno è da un anno teatro di furti seriali: due settimane prima, ladri avevano sfondato con un tombino la vetrina della caffetteria Leopardi, fuggendo a mani vuote; mesi addietro, avevano svuotato una sala giochi in corso Cervi, portando via 16mila euro dal registratore di cassa. Veronese aveva installato sistemi di videosorveglianza in numerose attività commerciali, contribuendo a "bonificare" il quartiere e irritando i malviventi.
L'unica testimone oculare, una donna affacciatasi al balcone dopo aver udito urla, ha descritto la scena con precisione: "Ho sentito delle urla, forti, ‘bastardo, cosa fai?’, e mi sono affacciata al balcone – ha raccontato la donna – Ho visto un uomo col cappuccio in testa. Il killer è stato freddo e lucido, non si è mai distratto e ha colpito. Era come se qualcuno lo avesse mandato a fare quello".