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Cagliari, gli antifascisti esaltano Tito ma i dem non dicono nulla

Gli antagonisti hanno assaltato le forze dell’ordine brandendo la bandiera della Repubblica socialista jugoslava. Il corteo aveva il sostegno del Pd
di Alessandro Gonzato lunedì 3 novembre 2025

3' di lettura

E ora le anime belle non si scandalizzano? Nessuna richiesta alla Schlein di condannare l’accaduto? Chissà, forse lo faranno oggi, con calma, passato il fine settimana, questione di priorità. Ma non potranno certo rimanere zitte di fronte a giovani e meno giovani di sinistra che brandiscono la bandiera del sanguinario Tito, no? D’altronde l’altro giorno dopo che nella sede di Fratelli d’Italia a Parma un gruppetto aveva intonato canti fascisti i progressisti hanno immediatamente chiesto alla premier di prendere le distanze. Di più: per alcuni la responsabilità morale è stata proprio di Giorgia Meloni e di questo governo di fascistacci. Adesso dunque siamo certi che i dem, guidati nel coro dal vibrante baffone di Sandro Ruotolo, inonderanno le agenzie di stampa per condannare i nostalgici rossi.

IL MISFATTO
È successo che sabato a Cagliari, mentre lanciavano di tutto contro la polizia, gli antagonisti hanno esposto l’infame stella della bandiera della Repubblica socialista Federale di Jugoslavia. Hanno assaltato le forze dell’ordine e volevano assaltare anche il Blocco Studentesco, gruppo giovanile di destra che stava manifestando contro l’immigrazione clandestina. Corteo autorizzato, quest’ultimo, a differenza di quello degli antagonisti che però si sono democraticamente radunati incappucciati per pestare chi non la pensava come loro. La polizia non l’ha permesso.

Percepiamo già il distinguo dei politici progressisti: “I manifestanti di sinistra non avevano nessuna bandiera del Pd o di Avs, neanche dei 5Stelle, a differenza di quelli che inneggiavano al Duce, che stavano nella sede del partito del presidente del Consiglio”. E però c’è il piccolo particolare (preceduto dal fatto che Fdi ha commissariato l’intera sezione) che la contromanifestazione con la bandiera di Tito e contro la polizia era stata benedetta e sostenuta dal gruppo consiliare del Partito democratico di Cagliari, Comune amministrato dal centrosinistra.

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Questo il comunicato diffuso alla vigilia: «Esprimiamo la nostra ferma contrarietà al raduno indetto dal Blocco Studentesco. Cagliari è una città antifascista e di pace, orgogliosa della sua storia di partecipazione e impegno civile. Non può e non deve concedere spazio a chi diffonde violenza o tenta di riscrivere la memoria storica del nostro Paese. Per questo», prosegue il testo, «esprimiamo pieno sostegno alle mobilitazioni del movimento antifascista cittadino e invitiamo cittadine e cittadini, studentesse e studenti, associazioni e forze democratiche a partecipare pacificamente alle iniziative che difendono la democrazia e i valori della Costituzione». In effetti i titini raggruppavano tutte queste caratteristiche. Il Pd benedice una manifestazione in cui poi succede di tutto, violenza fisica, politica e contro la memoria delle vittime del comunismo e poi fa spallucce, che comunque è sempre meglio del pugno chiuso.

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LA REAZIONE
«Ci accusano di essere nostalgici e reazionari», ha protestato il Blocco Studentesco, «ma l’unica nostalgia che abbiamo visto è quella di chi in piazza porta bandiere dell’Urss e della Jugoslavia, e l’unica reazione che c’è stata è quella di una sparuta galassia antagonista alla ricerca dei riflettori nei confronti di una manifestazione studentesca regolarmente concordata. La stampa, i politici e i sindacati che parlano di raduno xenofobo», va avanti il comunicato, «sono spalleggiatori di un mondo che minaccia, insulta e infanga costantemente la memoria storica italiana: dai cori sulle Foibe a quelli contro Sergio Ramelli e i caduti di Acca Larenzia». Elly Schlein è stata colpita da mutismo selettivo. Più che una pausa teatrale è un silenzio ipocrita.

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