«Giù le mani dai bambini, Meloni assassina». I pro-Pal milanesi sono tornati in piazza anche ieri pomeriggio, scandendo gli stessi slogan sentiti negli ultimi anni contro Israele e il governo italiano. Una manifestazione improvvisata per contestare l’arresto del loro leader Mohammad Hannoun e della sua onorata società. “Giù le mani dai bambini” hanno urlato i pro-Pal, proprio nel giorno in cui la procura ha accusato i movimenti vicini ad Hamas di aver consegnato ai terroristi milioni di euro raccolti con tutt’altro fine, quello di aiutare i rifugiati.
Sono semplicemente impressionanti i video trasmessi sui vari social dall’associazione di Hannoun, piccoli assiepati in tende luride, sbattuti di fronte agli obiettivi per fare più pena possibile. Distribuzioni di cibo a mani tremanti. In teoria, un modo per raccogliere più soldi e comprare coperte e materassi per garantire un minimo di comfort alle famiglie. Tutto “documentato”. In realtà, secondo le carte dell’inchiesta, i soldi finivano in gran parte per comprare armi e finanziare operazioni di guerra, per esempio per assistere guerriglieri feriti negli scontri, spediti in Turchia a curarsi, mentre i bambini rimanevano in tendopoli in mezzo alle battaglie, usati come scudi umani fin dall’inizio, ovvero dal 7 ottobre. Cioè da quando Hamas ha scatenato la sua offensiva, massacrato, preso ostaggi e portato in guerra lo Stato ebraico.
L’utilizzo dei bambini era stato studiato da Hamas anche prima dell’attacco a Israele, ovvero da quando i terroristi avevano pensato di sistemare batterie di missili sui tetti delle scuole e degli asili, cercando di usare la pietà del nemico. Uno schema ripetuto con i famosi calcoli del ministero della Salute di Gaza (cioè di Hamas) che nel dare i bollettini quotidiani delle vittime dello scontro – e parliamo di numeri fino a un certo punto della guerra ripresi in maniera acritica anche dai media occidentali- garantivano che più del 70% delle vittime era praticamente in fasce (da qui la polemica su «definisca la parola “bambino”» con il carichissimo Enzo Iachetti).
Il tutto fino a quando nel 2024 la realtà è diventata evidente. Come spiegava Gabriel Epstein, del Washington Institute for Near East Policy, «secondo i dati forniti il 3 febbraio dal GMO, i morti a Gaza sono stati finora 27.238, di cui 12.000 bambini, 8.190 donne e 7.048 uomini. Se confronti questi numeri con quelli del Ministero della Salute, secondo cui fino al 10 novembre in tutta la Striscia erano morti 6.814 uomini, vuol dire che dal 10 novembre al 3 febbraio hanno perso la vita solo 234 adulti di sesso maschile. Con i combattimenti in corso è ovvio che non sia un numero credibile».
Gli obiettivi erano quindi due: aumentare il numero di minorenni morti per impietosire l’opinione pubblica e dimostrare che invece i militari palestinesi erano difficilissimi da abbattere. Così un quarantenne finiva per essere conteggiato come bimbo. O ancora più facilmente, i numeri erano e sono sempre stati del tutto inventati. Hamas e sodali non hanno mai dimostrato scrupoli, tanti ricorderanno i video trasmessi dalla Striscia dei neonati presi in ostaggio, allattati da fanatici con il passamontagna. Non umani ma armi, come anche Yahya Sinwar ha insegnato: proprio lui che sul palco metteva in braccio ai bambini palestinesi dei kalashnikov. Il messaggio era chiaro: sacrificare vite innocenti per il suo esercito non è mai stato un problema. E anche in Italia c’è chi ha creduto e magari stretto la mano a questa gente. © RIPRODUZIONE RISERVATA.