La chiamano ormai così, la “strega nel bosco”. Un’espressione che sembra uscita da una fiaba cupa, ma che rimanda a una storia reale, accaduta nei dintorni di Bolzano e finita all’attenzione del Tribunale per i minorenni. Una vicenda raccontata dal quotidiano Alto Adige, che ha portato alla sospensione della responsabilità genitoriale di una madre e all’allontanamento del figlio. Una situazione familiare sempre più difficile, segnalazioni ripetute e infine l’intervento del Tribunale per i minorenni.
La donna accusata di gravi maltrattamenti sul figlio avrebbe progressivamente isolato il bambino, smettendo di mandarlo a scuola e impedendogli di ricevere cure mediche, cibato solo con biscotti. Dopo la morte del marito, la donna si sarebbe progressivamente isolata, vivendo ai margini, lontana dalle relazioni e dalle regole della vita quotidiana. Il bosco, la casa appartata, il distacco dalla scuola e dai servizi sanitari: segnali che, col tempo, hanno fatto emergere una situazione sempre più preoccupante.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il bambino sarebbe cresciuto in un clima dominato da superstizioni e convinzioni ossessive. Dolori e disagi venivano spiegati come effetti di presunte maledizioni, mentre la realtà quotidiana fatta di scuola, cure, alimentazione adeguata veniva progressivamente abbandonata. Un mondo chiuso, costruito attorno a paure e credenze, dal quale il minore non aveva possibilità di uscire da solo. A far scattare l’allarme sarebbero state le segnalazioni provenienti dall’ambiente scolastico, dopo episodi di tensione e presunte minacce rivolte alle insegnanti. Gli accertamenti avrebbero fatto emergere un contesto educativo compromesso. La madre avrebbe trasmesso al figlio convinzioni legate a superstizioni e pratiche sciamaniche, arrivando ad attribuire a presunte maledizioni. Dopo mesi di verifiche, i carabinieri sono intervenuti con un decreto del Tribunale per i minorenni, disponendo l’allontanamento del bambino dall’abitazione materna. Il minore è stato inserito in una comunità, dove riceverà assistenza e supporto. Un caso che si inserisce in un quadro più ampio, come mostrano i dati dell’anno giudiziario a Bolzano, dove i reati legati ai maltrattamenti in famiglia restano tra i più frequenti.




