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Maxi operazione contro il traffico illecito di rifiuti a Trapani

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L'inchiesta "Amianto d'oro" ha portato all'arresto di un imprenditore. Le accuse: truffa aggravata, frode nelle pubbliche forniture e traffico di scarti pericolosi

bonfanti ilaria
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E'stato scoperto oggi in provincia di Trapani un maxi traffico illecito di rifiuti. Arrestato un imprenditore al quale è stata sequestrata l'azienda attiva nel ciclo dello smaltimento dei rifiuti. L'uomo è accusato di truffa aggravata, traffico di scarti pericolosi e frode nelle pubbliche forniture. Le indagini rientrano nell'ambito dell'operazione "Amianto d'oro", condotta dalla Guardia di Finanza di Alcamo e coordinata dalla Procura di Trapani. L'inchiesta era stata avviata già un anno fa dalla Tenenza di Alcamo e ha permesso di arrivare nella giornata di oggi all'amara scoperta. Rifiuti tossici e pericolosi venivano smaltiti in maniera illecita. La ditta era la "Co.S.Mo." di Emanuele Sanzone, una nota azienda operante nel settore degli scarti in provincia di Trapani. L'eliminazione dei rifiuti veniva attestata, dal 2003, mediante false documentazioni rilasciate dall'imprenditore che, nella realtà, si volatizzavano in luoghi e depositi non autorizzati, come le discariche già sequestrate dai finanzieri nei mesi precedenti. Tra gli scarti pericolosi risulterebbero alcune decine di tonnellate di oli pesanti, idrocarburi e migliaia di tonnellate di amianto. Lo smaltimento illecito, reso possibile grazie alle operazioni di contraffazione di timbri che riproducevano loghi di alcune ditte autorizzate all'eliminazione dei rifiuti, ha permesso all'imprenditore di conseguire cospicui profitti, derivanti dal risparmio sui costi effettivi per lo smaltimento, con una notevole distorsione delle regole della concorrenza. Tra le gare d'appalto, di doverse centinaia di migliaia di euro a cui Sanzone avrebbe partecipato, ci sarebbero anche quelle di diversi Enti pubblici che avrebbero proprio affidato alla "Co.S.Mo" la bonifica dei rifiuti pericolosi. La portata e gli effetti degli illeciti commessi sarebbero ancora da valutare sotto due aspetti: sotto il profilo dei danni, spesso irreversibili nell'ambiente e nella salute pubblica, e sotto il profilo del libero mercato e della leale concorrenza.

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