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Il giudice: "Decreto definitivo"

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Sacconi: guai a chi interviene

Silvia Tironi
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Il decreto con il quale lo scorso luglio Beppino Englaro era stato autorizzato a interrompere l'alimentazione e l'idratazione artificiali della figlia Eluana, in stato vegetativo permanente da quasi 17 anni, è assolutamente "esecutivo". Lo ha dichiarato il giudice della prima sezione civile della corte d'appello di Milano, Filippo Lamanna, estensore del decreto che, "non ha bisogno di alcuna ulteriore certificazione di esecutività perchè la legge dice che tutte le volte che un provvedimento giudiziario non è più soggetto a impugnazione diventa definitivamente esecutivo". Il giudice ha spiegato che, nel caso specifico, il decreto del 9 luglio era già esecutivo e che, dopo il provvedimento dello scorso 11 novembre della Cassazione, che ha dichiarato inammissibile l'impugnazione della Procura Generale, è diventato definitivamente esecutivo. Nulla vieta tuttavia ai legali di Englaro di chiedere alla cancelleria della Corte d'appello una attestazione che il provvedimento non è più soggetto a impugnazione e, di conseguenza, è esecutivo. La precisazione del magistrato è una risposta indiretta al ministro della Salute, Maurizio Sacconi, che martedì, attraverso un atto di indirizzo, aveva di fatto stabilito l'impossibilità per tutte le strutture sanitarie  pubbliche e private di praticare l'interruzione dell'idratazione e dell'alimentazione ai pazienti che si trovano in stato vegetativo. Immediata la replica del ministro Sacconi al giudice Lamanna: "Noi abbiamo definito un atto di indirizzo di carattere generale ritenendo che il servizio sanitario nazionale in base ai principi dell'ordinanza, quali interpretati dal parere del comitato nazionale di bioetica ed in base alla convenzione Onu sui disabili di prossima ratifica in Parlamento, debba operare sulla base di queste informazioni. Noi sollecitiamo l'applicazione di quei principi. In caso di inadempienze credo che si porrebbero dei problemi ai regolatori del servizio sanitario della regione di appartenenza", ha aggiunto, precisando di non intervenire nè sul fronte penale, nè civile. "Il nostro intervento è di orientamento dell'attività amministrativa". In altre parole, la mancata applicazione del suo atto di indirizzo "porrebbe un problema di inadempienz;a ecco perchè a mio avviso il servizio sanitario nazionale deve operare secondo quei criteri. Da parte nostra difenderemo in ogni sede le ragioni legate a questi principi omogeneamente applicati".

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