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Cassazione: i vigili fannulloni

non meritano l'arresto

Albina Perri
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Se anziché far multe a destra e a manca mettono le gambe sotto il tavolo o si chiudono in macchina a chiacchierare, che sarà. La Cassazione dice che non meritano l'arresto nemmeno in flagranza di reato, gli ausiliari del traffico che truffano la pubblica amministrazione. I giudici, infatti, hanno annullato con rinvio l'ordinanza di custodia cautelare con la quale il gip di Roma, lo scorso 14 marzo, aveva convalidato l'arresto di tre "vigilini" della capitale - Massimo A., Raffaele F. e Alessia R. - sorpresi, dagli investigatori privati che li controllavano, a godersi un dolce far niente. I giudici di Piazzale Clodio avevano fatto scattare la misura restrittiva perchè il terzetto era stato beccato mentre «si distraeva per alcune ore dal servizio restando inattivo all'interno dell'autovettura loro assegnata e, infine, si recava a cenare presso un ristorante». Ma - accogliendo il ricorso dei difensori dei vigilini scansafatiche - la Cassazione, con la sentenza 6098, ha osservato che l'arresto, in simili circostanze, deve avvenire per «fatti gravi» non ravvisabili, evidentemente, nello starsene in panciolle. Ora Piazzale Clodio deve riesaminare il caso ed essere più clemente.

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