La Coca dà 2 milioni a Venezia
Cacciari: sponsor come gli altri
Sessanta distributori di lattine e snack in tutta Venezia, in cambio di due milioni di euro in cinque anni. Un affarone, quello che ha stretto il sindaco Massimo Cacciari con la Coca Cola. Ma le polemiche non si sono fatte attendere. Cacciari ha dovuto difendere la sua scelta da chi lo ha accusato (su La Stampa) di aver venduto la città alla multinazionale delle bolle. Chissà perché la marca americana fa sempre discutere (in stile yankee go home), e non viene considerata mai un brand come un altro. Se lo chiede anche Cacciari, nonostante gli oppositori della bibita col gas siano generalmente di sinistra. «Sono stupefatto delle polemiche che si stanno scatenando sul progetto di partnership tra il Comune di Venezia e una delle più grandi e prestigiose marche del mondo, la Coca-Cola. Tale partnership segue perfettamente il metodo già adottato per altre e altrettanto prestigiose collaborazioni, come con Lancia per il restauro di Palazzo Ducale, con Swatch per la Biblioteca Marciana, con Replay per Cà Rezzonico, con Bulgari per la Scala d'Oro, e inoltre con Fassa Bortolo, Msc Crociere, Banca Intesa ecc.», ha detto Massimo Cacciari. «È una strategia finanziaria oggi indispensabile per la salvaguardia del nostro patrimonio monumentale-artistico, ed è esattamente in linea con quanto auspicato dal Ministero dei Beni culturali - spiega ancora- Ogni operazione è approvata dalla Soprintendenza ai Beni architettonici; i fondi ottenuti vengono usati con la massima trasparenza ai fini di tutela e salvaguardia della città. L'idea che tali finalità possano essere garantite soltanto da gratuito mecenatismo è semplicemente irrealistica o dettata da pura malafede. Le anime belle che protestano contro una simile strategia, che è adottata ormai in tutti i luoghi e tutte le città del mondo, dovrebbero perlomeno avere il buon gusto di indicare qualche alternativa o, meglio ancora, provvedere di tasca propria agli inderogabili bisogni della loro città».