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Chi ha tradito i nostri militari?

I colpi, l'orario, la rotta: tutto quello che rende complicato la soluzione del giallo. Per il diritto internazionale la giurisdizione è italiana

Lucia Esposito
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I due marò accusati di aver ucciso due pescatori  ribadiscono la loro versione   originaria dei fatti. Ovvero che sono stati attaccati da un peschereccio con a bordo 5 persone armate.    La diversa ricostruzione dell'incidente, da parte della Marina   italiana e della polizia indiana riguarderebbe sia i termini temporali  dell'accaduto, sia la posizione geografica. Tra i due eventi  - l'intervento del reggimento San Marco potrebbe insomma non esserci   una correlazione sicura e definitiva. Ci sarebbe innanzi tutto una   discordanza temporale di oltre quattro ore nelle varie ricostruzioni   sulla vicenda e anche il punto esatto del tentato abbordaggio, circa   30 miglia dalla costa indiana la posizione riportata dai militari   italiani, non coinciderebbe del tutto a seconda delle versioni fornite  in questi giorni sull'episodio.   Anche sul numero dei colpi sparati ci sarebbero differenze di   versioni tra quanto riportato in India e quanto riferito dai militari   italiani, che avrebbero esploso in acqua a distanze variabili (prima   400 metri, poi 200 metri dal peschereccio) non più di una ventina di   warning shots, colpi a scopo dissuasivo previsti in questi casi   dalle procedure operative sugli interventi anti-pirateria. C'è poi la  circostanza, riferita dal personale militare a bordo, secondo la quale  le persone che si trovavano del peschereccio avvicinatosi al cargo   italiano sarebbero state armate e avrebbero manifestato un   atteggiamento ostile. Elementi, questi, del tutto incompatibili con le  normali attività di un equipaggio di pescatori, al punto da poter   pensare ad un'altra imbarcazione. Diritto internazionale  Il nodo del contendere legale tra Italia e India è se il presunto incidente sia avvenuto in acque internazionali - come sostiene Roma per cui la giurisdizione è esclusivamente dell'Italia perchè il presunto reato è avvenuto su una nave italiana - o territoriali. Tutto si basa sulla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare.   Col termine acque territoriali si considera in diritto internazionale quella porzione di mare adiacente alla costa degli Stati; su questa parte di mare lo Stato esercita la propria sovranità territoriale in modo del tutto analogo al territorio corrispondente alla terraferma, con alcuni limiti. La disciplina attualmente in vigore è quella definita dalla Convenzione di Montego Bay del 1982, che stabilisce che ogni Stato è libero di stabilire l'ampiezza delle proprie acque territoriali, fino ad una ampiezza massima di 12 miglia nautiche (1,8 km) pari a 21,6 km, misurate a partire dalla linea di base, corrispondente alla linea di bassa marea lungo la costa. L'articolo 302 del Codice penale indiano prevede in caso di incriminazione, rinvio a giudizio, processo e condanna - ma solo "ogni oltre ragionevole dubbio" -"la pena di morte o l'ergastolo e una multa". Il codice penale indiano precisa però tutta una serie di attenuanti in cui viene esclusa la pena capitale.

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