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Lite Italia-Malta, clandestini

fermi in mezzo al mare

Albina Perri
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Centocinquanta clandestini in mezzo al mare. Sono fermi da ieri, nel canale di Sicilia, senza poter andare né avanti né indietro, perché né l'Italia né Malta li vuole. Gli immigrati, a bordo del mercantile  turco battente bandiera panamense Pinar, sono al limite del confine con l'Italia, a 25 miglia da Lampedusa. Un elicottero con a bordo una equipe medica è decollato stamani da Catania e ci è atterrato sopra. I medici dovranno controllare, come hanno già fatto ieri, le condizioni di salute delle 154 persone a bordo.  La vicenda della Pinar è molto simile a quella della Cap Anamur, la nave dell'omonima associazione umanitaria tedesca, impegnata nell'assistenza sanitaria in zone di guerra. Il 20 giugno 2004 la Cap Anamur avvistò 37 migranti su un gommone alla deriva tra la Libia e l'isola di Lampedusa, in acque internazionali. La nave chiese il permesso di attraccare a Porto Empedocle, ma gli venne accordato solo 21 giorni dopo. Il governo italiano contestava infatti alla Cap Anamur di essere entrata in acque maltesi e sollecitava il trasferimento degli immigrati a Malta. Inoltre delegava alla Germania la responsabilità dei profughi, essendo la nave di nazionalità tedesca. Dopo estenuanti trattative, finalmente venne concesso di attraccare a Porto Empedocle. Ma, al momento dell'arrivo, il comandante della Cap Anamur, il primo ufficiale e il presidente dell'associazione vennero arrestati con l'accusa di «favoreggiamento aggravato dell'immigrazione clandestina». La nave fu posta immediatamente sotto sequestro e venne restituita all'associazione, sotto pagamento di una cauzione, solo il 28 febbraio del 2005. In seguito è stata venduta. I 37 migranti, subito dopo lo sbarco, vennero trasferiti verso alcuni Cpt: 30 di loro furono rimpatriati in Ghana e 5 in Nigeria.

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