Infortuni: Pirani (Uiltec), lavoro non può essere guerra con morti e feriti
Napoli, 16 mag. (Labitalia) - "Il lavoro non può e non deve trasformarsi in una guerra nella quale sul campo ci sono morti e infortunati a vita. È un costo inaccettabile sul piano sociale ed etico, prima ancora che un onere pesante in termini economici". Lo ha detto Paolo Pirani, segretario generale della Uiltec, nel corso della sua relazione introduttiva al congresso nazionale del sindacato di categoria, che si è aperto oggi pomeriggio alla stazione marittima di Napoli. Per Pirani, "gli incidenti sul lavoro sono una gravissima offesa alla dignità e alla vita del lavoratore, distruggono la serenità di tante, troppe, famiglie, contrastano con le leggi esistenti, con le tecnologie che potrebbero ridurli, con una pratica di rapporti fra le parti sociali e le istituzioni che potrebbero prevenire tali luttuosi eventi". Il leader sindacale ha ricordato che "nei primi mesi del 2018 il conto tragico delle vittime già supera le 250 unità". "Era immaginabile - ha avvertito - che dopo una lunga recessione il ritorno alla crescita avrebbe comportato anche una maggiore pericolosità di attività che potevano provocare danni e pericoli per la salute del lavoratore. Purtroppo, né i governi, né le forze politiche hanno affrontato questa eventualità con la doverosa decisione sul piano della prevenzione, dei controlli, del coordinamento fra le realtà istituzionali in grado di intervenire". Secondo Pirani, "è necessario invertire la rotta al più presto sapendo conciliare la ripresa di controlli efficaci, ma non punitivi nella loro ripetitività burocratica, sulle attività economiche, con una diffusa e reale opera di prevenzione e di formazione". "In questo senso, il ruolo delle forze sociali - ha sostenuto - può dare un grande contributo, sempre che nelle relazioni industriali non prevalga da parte imprenditoriale un atteggiamento di pura convenienza e di giustificazionismo". Secondo il leader della Uiltec, "da ultimo, non si deve trascurare il fatto che la molteplicità delle figure professionali in un unico posto di lavoro, con posizioni contrattuali diverse, finisce per complicare l'esercizio della tutela della salute e della integrità del lavoratore". "Questo problema - ha proseguito - può essere risolto in molti casi ricomponendo il ciclo della sicurezza con un unico rappresentante dei lavoratori per la sicurezza di sito produttivo (Rlssp) così come previsto anche dal decreto legislativo 81/08 ma ancora in pochi casi realizzato".