Vino: in Emilia-Romagna nel 2019 meno quantità ma eccellente qualità
Bologna, 29 ott. (Labitalia) - La quantità è minore, ma la qualità è ottima in Emilia-Romagna. È quanto emerge dalle prime valutazioni sui risultati della vendemmia 2019 nelle principali aree produttive regionali, dai Colli piacentini alla Romagna, a pochi giorni della conclusione della campagna di raccolta delle uve. Sulla base delle stime provvisorie elaborate dall'assessorato all'Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, che ha interpellato al riguardo i maggiori gruppi cooperativi e le principali aziende vitivinicole private, l'annata 2019 ha fatto registrare un calo nella produzione di uva che oscilla in media tra il 20 e il 25% in meno rispetto al 2018, che era stato però un anno con un raccolto molto abbondante. A conti fatti, la produzione totale di uva dovrebbe pertanto aggirarsi sugli 8 milioni di quintali, contro i 10,3 milioni della scorsa campagna, che si sono poi 'convertiti' in 7,35 milioni di ettolitri di vino. Il calo produttivo si è, tuttavia, distribuito in maniera abbastanza disomogenea sul territorio regionale. Così, mentre la Romagna accusa un calo delle rese tra il 25% e il 32%, più accentuato per le uve rosse, l'area emiliana - che comprende bolognese, modenese e reggiano - contiene la flessione nel 15% in meno, tuttavia assai più marcata nel caso dei vitigni a bacca bianca (Pignoletto). Infine, spostandosi più ad Ovest, l'area Piacenza-Parma registra una diminuzione delle rese del 20%, a causa soprattutto del freddo primaverile e, in parte, anche per i danni provocati nelle vigne dalle violente grandinate dell'estate scorsa. Il primo, parziale, consuntivo dell'ultima vendemmia e gli interventi messi in campo dalla Regione a favore del settore vitivinicolo sono stati al centro di un incontro nei giorni scorsi tra l'assessore regionale all'Agricoltura, Simona Caselli, e i rappresentanti delle associazioni agricole, dei consorzi vini e delle principali organizzazioni produttori. L'iniziativa, organizzata in collaborazione con Enoteca Regionale Emilia Romagna e le due sezioni emiliana e romagnola dell'Ais-Associazione italiana sommelier, è stata ospitata nella storica azienda vitivinicola 'Poderi dal Nespoli', a Civitella di Romagna (Fc), tra le colline della Val Bidente, e che proprio quest'anno ha festeggiato 90 anni dalla nascita. Un secondo appuntamento sul tema, sempre con l'assessore Caselli, è stato ospitato dall'azienda vitivinicola Torre Fornello, a Ziano Piacentino (Pc). “Dopo l'exploit del 2018 - ha sottolineato Caselli - con la vendemmia di quest'anno siamo rientrati nella media produttiva degli ultimi anni, complice un andamento meteorologico sfavorevole, in particolare lo scorso mese di maggio, freddo e molto piovoso, che ha determinato anche un ritardo di una quindicina di giorni nella maturazione delle uve, quindi della raccolta. Sotto il profilo qualitativo, tuttavia, la vendemmia 2019 ha tutte le carte in regola per riuscire ad ottenere vini di eccellenza. Merito anche della grande professionalità dei nostri viticoltori, che stanno facendo passi avanti da gigante dal punto di vista delle tecniche produttive e dell'innovazione sia in campo aperto, sia in cantina”. Nel corso dell‘incontro, l'assessore Caselli ha illustrato anche le strategie e le risorse della Regione per rilanciare la crescita del comparto. “Per sostenere i progetti di sviluppo delle imprese - ha rimarcato Caselli - attraverso i fondi europei dell'Ocm vino stiamo mettendo in campo un consistente pacchetto di risorse finanziare che s'aggira mediamente sui 24-25 milioni di euro all'anno. Gli obiettivi: promuovere i nostri vini sui mercati esteri, in particolare quelli emergenti del Sud-Est asiatico e del Nord America, favorire la ristrutturazione e riconversione dei vigneti, finanziare l'ammodernamento tecnologico e gli investimenti in cantina”. “A questo risorse - ha concluso Caselli - si aggiungono i quasi 8 milioni di euro erogati con gli ultimi bandi del Programma regionale di sviluppo rurale per finanziare progetti di innovazione e promozione sul mercato interno. Stiamo lavorando molto per migliorare l'immagine dei nostri vini di qualità, che non hanno nulla da invidiare ad altre produzioni più blasonate sotto il profilo della qualità. Senza dimenticare la nuova frontiera dell'enoturismo, una leva formidabile per una regione come la nostra capace di coniugare vocazione turistica con cibi e vini di eccellenza”. In Emilia-Romagna, la superficie coltivata a vite, al 31 luglio scorso, si estendeva su oltre 51.420 ettari, 580 in più rispetto all'anno prima. Un dato che consente alla regione di restare nella top ten delle principali regioni viticole italiane, dopo Sicilia (circa 97.000 ettari), Veneto (94.300), Puglia (88.400) e Toscana (60.500 ettari). I vitigni più diffusi in Emilia-Romagna sono il Trebbiano di Romagna (15.200 ettari), seguito dal Sangiovese di Romagna (6.645), Lambrusco Salamino (5.100), Lancellotta (4.480) e Pignoletto (circa 2.410 ettari).