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Formazione: Scuotto (Fondimpresa), 'è driver per cogliere sfida innovazione'

AdnKronos
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Roma, 30 ott. (Labitalia) - "La formazione è e deve essere il driver per cogliere le sfide dell'innovazione. La rivoluzione digitale chiede alle aziende di ripensare e innovare modelli e abitudini, in primis il modo di fare formazione. Per rispondere in modo efficace al cambiamento è necessario concepire e utilizzare strumenti e modalità innovative che virano su modelli di apprendimento più fluidi. Come Fondimpresa, dopo un'approfondita consultazione con imprese e istituzioni, abbiamo immaginato il Conto formazione digitale: una nuova opportunità da offrire oltre a Conto formazione e Conto di sistema. Bisogna lavorare alle competenze del futuro". Lo ha dichiarato a Napoli all'Innovation Day organizzato da Il Sole 24 ore Bruno Scuotto, presidente di Fondimpresa, il Fondo leader nel sistema della formazione continua in Italia: aderiscono a Fondimpresa oltre 200 mila aziende e più di 4,5 milioni di lavoratori iscritti, pari a quasi il 50% dell'intera platea di aziende e lavoratori aderenti ai Fondi interprofessionali. "Presto le aziende potranno finanziare anche la formazione digitale e per questo stiamo richiedendo i cambiamenti normativi necessari a rendere un domani rendicontabili metodi di apprendimento innovativi su ambienti digitali che al momento rendicontabili non sono", ha spiegato Scuotto. "Così come -ha continuato Scuotto- le imprese sono chiamate ad adattarsi e a usufruire delle nuove tecnologie, così chi eroga finanziamenti alla formazione deve consentire alle aziende di utilizzare al meglio le proprie risorse con avvisi che puntino a temi quali l'innovazione tecnologica, la competitività, l'ambiente. L'esigenza, oggi, è innovare, focalizzandosi sulle persone". E sono i numeri di Fondimpresa a rappresentare quanto le aziende oggi puntino sulla formazione. "Sono numeri da non trascurare, considerando che nel 2004, all'anno di istituzione del Fondo, le aziende erano circa 18 mila e i lavoratori 1,3 milioni. Dal 2004 ad oggi abbiamo finanziato progetti formativi per oltre 2,5 miliardi di euro, la crescita è stata considerevole e ci ha consentito, in questi primi quindici anni di attività, di contribuire allo sviluppo e al progresso del Paese attraverso il finanziamento di progetti formativi in settori fondamentali quali quelli dell'innovazione, della sostenibilità ambientale, della sicurezza sul lavoro e della riqualificazione di lavoratori in cassa integrazione o sottoposti a procedure di mobilità", ha rimarcato Scuotto. Per Scuotto, "con il 'Conto formazione' abbiamo dato avvio a quasi 79 mila piani formativi, proposti dalla programmazione aziendale delle aderenti e dimensionati in base ai contributi versati, per formare oltre 2 milioni di lavoratori con l'utilizzo di oltre 1,3 miliardi di euro di finanziamenti negli ultimi 15 anni". "Con il Conto di sistema, che privilegia la socialità della erogazione delle risorse, abbiamo potuto finanziare progetti complessi di carattere settoriale e territoriale, in particolare attraverso gli attuali Avvisi top di tale strumento: quelli Competitività e Innovazione. In questi quindici anni, attraverso il Conto di Sistema sono stati autorizzati oltre 3.500 piani, per un finanziamento totale pari a oltre 900 milioni di euro", ha aggiunto. "Con gli Avvisi con contributo aggiuntivo, che si sommano alle risorse versate dagli aderenti, abbiamo finanziato oltre 50 mila piani formativi per oltre 210 milioni di euro e solo con quelli specificatamente dedicati alle piccole e medie imprese sono stati movimentati più di 140 milioni di euro", ha spiegato ancora Scuotto. "Come punto di osservazione privilegiato delle esigenze formative- ha detto Scuotto- ci rendiamo conto che ormai l'innovazione nel nostro Paese non è più semplicemente un'opzione. Negli anni tra l'inizio della crisi economica e oggi, rinnovare i prodotti, i processi e le modalità relazionali è diventato un'esigenza dalla quale nessuna impresa, territorio e professionalità può esimersi; sfruttarne le grandi potenzialità è una via obbligata non solo per gli interessi economici ma per gli interessi diffusi". "Per questo, già nel pieno della crisi, le parti sociali hanno sottolineato la necessità di agevolare i nuovi investimenti fondamentali per invertire la rotta recessiva dell'economia e formulato indirizzi per finalizzare maggiormente le risorse per la formazione al rilancio della competitività delle imprese e all'adeguamento del capitale umano", ha concluso Scuotto.

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