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In croce contro la violenza

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La campagna fa polemica

Silvia Tironi
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Una giovane francese, Isabelle Caro, malata di anoressia, che mostra il suo corpo consumato e quasi trasparente "perchè la gente sappia e veda davvero, a che cosa può portare l'anoressia". È la fine di settembre del 2007 e Oliviero Toscani realizza una campagna pubblicitaria per il marchio Nolita: il fashion brand del gruppo Flash&Partners di Tombolo, in provincia di Padova, lancia la campagna 'No Anorexia'. Ora è la volta di una donna nuda e in croce, realizzata dall'agenzia armold Italy. L'inguine è coperto da un panno, in sovrimpressione c'è la scritta:"Chi paga per i peccati dell'uomo?". E in didascalia: "Solo il 4% delle donne vittime della violenza denuncia il proprio carnefice. Le altre pagano anche per lui". È questa la proposta fatta da Telefono Donna per la campagna in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne che si celebra il 25 novembre. La richiesta di Telefono donna è per l'esposizione di 500 manifesti su altrettanti spazi di affissione pubblica del Comune di Milano. Nel manifesto la donna è distesa su un lenzuolo, due cuscini dietro le braccia aperte, le gambe con i piedi sovrapposti, il palmo delle mani parzialmente disteso, come trafitto dai chiodi, nella posizione del Crocifisso nella tradizionale iconografia cristiana. Oggi, come allora, fioccano polemiche e perplessità. Ma quando un tema è forte, devo esserlo anche l'immagine che lo rappresenta, il messaggio che vuole lanciare. Massima 'irritazione' è stata espressa da An e dall'assessore comunale all'Arredo Maurizio Cadeo, che ha annunciato il suo impegno per impedirne la pubblicazione: "Il messaggio", sostiene l'assessore, "lede il sentimento religioso dei cittadini". Secondo il capogruppo di An in consiglio comunale Carlo Fidanza "una giornata così importante non deve essere svilita da una provocazione del genere". Un'amara sorpresa, questa, per Stefania Bartocetti, presidente di Telefono Donna, dal momento che i manifesti sono già stati stampati dopo il primo via libera degli uffici comunali: "Da cattolica", ha affermato, "non ci vedo nulla di offensivo nè di blasfemo. Abbiamo scelto un'immagine forte per spingere le vittime delle violenze a uscire dal silenzio".

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