Oggi è il giorno dei due cortei dei centri sociali e della sinistra per il Leoncavallo. In un centro Milano blindatissimo (con piazza Duomo vietata ai manifestanti, salvo ripensamenti dell'ultimo minuto), gli antagonisti si sono già scatenati.
A inizio mattinata un gruppetto si è presentato alla vecchia sede del Leonka sgomberata dopo Ferragosto, in via Watteau, sparando petardi contro le forze dell'ordine e divertendosi a insultare il ministro degli Interni al coro "Piantedosi pezzo di m***a". Il vero salto di qualità, però, è arrivato dopo qualche ora.
I manifestanti che stanno partecipando al primo dei cortei per il Leoncavallo sono entrati nell'area del cantiere del Pirellino e alcuni di solo sono saliti sulle impalcature dell'ex edificio comunale oggi di proprietà di Coima, uno dei progetti al centro dell'inchiesta sull'urbanistica della procura di Milano. "Occupare è giusto", gridano i ragazzi dei centri sociali. "Questo è un cantiere e oggi lo sequestriamo per il bene di questa metropoli. Non ci basta uno scandalo e non ci basta un processo. I beni di tutti questi str***i come Catella vanno sequestrati".
Dalla cima del Pirellino è stata quindi versata sulla facciata vernice rosa, mentre un enorme striscione "Contro la città dei padroni" è stato issato sul lato dell'edificio che affaccia su viale Melchiorre Gioia. Dalle impalcature e da terra, intanto, sono stati lanciati altri petardi. La "carnevalata", dunque, si è già trasformata in una nuova occupazione illegale. Per la gioia di Ilaria Salis, che nel pomeriggio parteciperà al corteo "ufficiale" che partirà da Porta Venezia e arriverà fino a Piazza Fontana, a due passi dal Duomo (che era il vero obiettivo dei dimostranti) insieme a tanti altri esponenti della sinistra radicale milanese e non solo.
Per la cronaca, l'amministrazione Pd guidata dal sindaco Beppe Sala ha già in mente di assegnare tramite bando pubblico un nuovo spazio allo storico centro sociale, in zona Corvetto tra le proteste dei residenti. Evidentemente, però, al popolo del Leonka questo non basta.
Video girato da Alessandro Aspesi