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Napolitano: la Costituzione

non può essere sacrificata

Silvia Tironi
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"Ogni potere delle istituzioni rappresentative, il potere legislativo ordinario come il potere esecutivo, riconosce la supremazia della Costituzione e rispetta i limiti che essa impone": sono le parole di monito di Giorgio Napolitano, pronunciate nel corso di un intervenento oggi pomeriggio al teatro Regio di Torino. Una voce in difesa della Costituzione, che “non è un residuato bellico”: per il Capo dello stato, occorre riaffermare il primato che disciplina le forme rappresentative ed elettive e ponendo "limiti che non possono essere ignorati nemmeno in forza dell'investitura popolare, diretta o indiretta, di chi governa". Alla vigilia della festa del 25 aprile, queste sono dichiarazioni che sembrano in particolare rivolte al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che in diverse occasioni ha avanzato l'ipotesi di una revisione delle norme costituzionali per poter rendere più efficace e immediato l'operativo del governo. E se, continua il capo dello Stato, è "del tutto legittimo politicamente" verificare elementi di ulteriore rafforzamento dei poteri del governo e di chi lo presiede, queste modifiche devono essere comunque introdotte "sulla base di motivazioni trasparenti e convincenti". “In funzione della governabilità non si possono sacrificare la divisione dei poteri, la pluralità dei partiti, la tutela delle minoranze politiche”, ha sottolineato il presidente della Repubblica. Parole che richiamano il pensiero del filosofo Bobbio secondo cui "la denuncia della ingovernabilità tende a suggerire soluzioni autoritarie". In chiusura un passaggio sul 25 aprile, "festa di tutti e non di una sola parte". "I valori dell'antifascismo e della Resistenza - aggiunge il presidente della Repubblica- non restarono mai chiusi in una semplice logica di rifiuto e di contrasto e poterono perciò tradursi con la Costituzione in principi e in diritti condivisibili anche da quanti fossero rimasti estranei all'antifascismo e alla resistenza".

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