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L'Onu alza la voce: Italia

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responsabile dei respingimenti

Dario Mazzocchi
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L'Onu rincara la dose contro l'Italia: il rappresentate per il nostro Paese dell'Alto commissariato della Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr), Laurens Jolles, ha chiesto che vengano fermati i respingimenti degli immigrati Libia dopo aver incontrato al vicinale il ministro dell'Interno Roberto Maroni. Per quanto lo stesso commissariato ha definito “costruttivo” l'incontro di oggi pomeriggio, il ministro non avrebbe ceduto dalla sue posizioni sui respingimenti. "Governo contro un principio fondamentale" - Dal punto di vista del diritto internazionale, ha proseguito Jolles, l'Italia diventa così “responsabile per le conseguenze del respingimento”. Secondo l'Onu, quindi, la politica intrapresa dal governo italiano “si pone in contrasto con il principio del non respingimento sancito dalla Convenzione di Ginevra nel 1951, che trova applicazione anche in acque internazionali”. Un principio “fondamentale che non conosce limitazione geografica”, dal momento che “è contenuto anche nella normativa europea e nell'ordinamento giuridico italiano”. In merito alla possibilità di vagliare in Libia le domande di asilo, l'Unhcr ha sottolineato che "non vi sono al momento le condizioni necessarie per svolgere tale attività". Nel corso dell'incontro si è anche discusso della possibilità di costituire un tavolo tecnico con le parti coinvolte e la partecipazione dell'Unione europea, per elaborare una strategia che miri a rafforzare lo spazio di protezione in Libia, compresa la ratifica da parte di questo Paese della convenzione di Ginevra del 1951. I numeri delle domande d'asilo - Secondo i dati dell'Agenzia dell'Onu più del 70% delle 31.200 domande d'asilo presentate nel 2008 in Italia provengono da persone sbarcate sulle coste meridionali del paese. Il 75% circa dei 36.000 migranti sbarcati sulle coste italiane nel 2008 - due su tre - ha presentato domanda d'asilo, sul posto o successivamente, mentre il tasso di riconoscimento di una qualche forma di protezione (status di rifugiato o protezione sussidiaria oppure umanitaria) delle persone arrivate via mare è stato di circa il 50%. Sempre l'anno scorso, infine, la maggior parte delle persone arrivate via mare che ha ottenuto protezione internazionale proviene da Somalia, Eritrea, Iraq, Afghanistan e Costa d'Avorio. Frattini: operiamo nell'interessa dell'Europa - “L'Italia non è affatto isolata”: sono le parole del ministro degli Esteri Franco Frattini rilasciate nel corso della puntata odierna di “Panorama del giorno”, condotta da Maurizio Belpietro su Canale 5. Che ha ribadito come l'Unione europea, quando parlerà, “dirà ciò che ha sempre detto, cioè che un Paese come l'Italia opera attraverso i respingimenti nell'interessa dell'Ue”. Piuttosto il titolare della Farnesina ha sottolineato: “L'Europa ha abolito le frontiere interne e l'80% dei migranti non rimane a Lampedusa ma migra verso nord. Sono le istituzioni europee che hanno fatto meno di quanto avrebbero dovuto”. Scintille La Russa-Maroni - Nel frattempo il tema surriscalda l'ambiente anche all'interno dell'esecutivo, in particolare i rapporti tra Ignazio La Russa e Maroni, già protagonisti di scintille attraverso giornali e televisioni nei mesi scorsi di fronte alla sfida sicurezza. Questa volta il dado della discordia è la visita annunciata e poi annullata del ministro della Difesa a Lampedusa. La Russa, che domani sarà a Tripoli, per un incontro già programmato tra ministri della Difesa (dell'inziativa 5+5), avrebbe dovuto raggiungere l'isola per imbarcarsi sul pattugliatore “Spica” della Marina militare, una delle unità impegnate nei giorni scorsi nei respingimenti di clandestini raccolti in acque internazionali verso la Libia. Stando ad alcune fonti ministeriali, l'idea non sarebbe piaciuta al Viminale. L'altro ieri sera, il dietro front, dopo un intervento del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che si è fatto d'ambasciatore della contrarietà di Maroni.

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