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Mafia, Alfano bacchetta i magistrati

"Meno tv, lavorino di più in procura"

Maria Acqua Simi
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Il ministro per la Giustizia punta l'indice contro una certa magistratura. Quella che alla toga e all'aula di tribunale preferisce micorofoni e studi televisivi. Durante una conferenza stampa al Senato insieme al ministro dell'Interno Maroni e ai leader del Pdl per illustrare i risultati del governo Berlusconi nella lotta alla criminalità organizzata, Alfano ha sollecitato i magistrati a stare lontani dalla ribalta dei mass media: «Lavorando di più in procura e senza le luci delle telecamere si arresta qualche latitante in più, con qualche convegno in meno e qualche latitante in più si fa il bene del Paese». Una proposta cui si sente di rispondere il procuratore di Napoli Giovandomenico Lepore: «Per quanto mi riguarda contano i risultati che sta producendo la procura, soprattutto negli ultimi tempi. In tv non ci vado proprio, sono rimasto ancora alla radio». Gasparri, siamo i docenti dell'antimafia- Maurizio Gasparri certe cose le chiarisce subito. E sull'azione del governo nel contrastare la mafia non ha dubbi.  «Mai nessun governo prima d'ora ha messo in campo un'azione di contrasto così intensa contro la mafia e la criminalità organizzata: noi siamo docenti dell'antimafia, altri della sinistra sono latitanti dell'antimafia». Il presidente dei senatori del PdL ha rinnovato la sua polemica contro la lettura politica delle vicende di mafia che definisce "santorismo", insiste sulla necessità del carcere duro per i capi cosca. «I governi di centrodestra hanno sempre rafforzato e inasprito il carcere duro conil41 bis», ha detto Gasparri. «Se poi dovessi ragionare come i D'Avanzo e i Santoro - ha chiosato - allora dovrei dire che il centrosinistra non si è impegnato abbastanza contro la mafia? Che Prodi e D'Alema hanno spalleggiato la mafia avendo dimenticato di prorogare il 41 bis giunto a scadenza? Non l'ho pensato e non lo penso». Gasparri ha poi ricordato come alla fine del '99 «la sinistra si era dimenticata di predisporre la proroga di quel provvedimento». «È stato il sottoscritto - ha proseguito - a riproporre la norma. Io feci la proposta e soltanto sei mesi dopio arrivò quella del centrosinistra». «Il 41 bis - ha aggiunto il deputato Pdl - èstato prorogato nell'inerzia del governo Prodi e D'Alema. Non sono un santorista e non ragiono come D'Avanzo, altrimenti dovrei avere sospetti sull'azione di quei governi. Nel 2002 il 41 bis è stato reso permanente e grazie al centrodestra quella norma è stata ulteriormente inasprita. Alcuni di noi - ha concluso Gasparri - sono docenti dell'antimafia, alcuni della sinistra sono latitanti dell'antimafia».

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