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Iran, giro di vite su internet

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Il governo pubblica la lista dei reati

Maria Acqua Simi
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Ancor Iran. Ancora censure e violenze. Il governo iraniano ha annunciato un inasprimento dei controlli su internet pubblicando una lunga lista di «reati» telematici. La lista vieta tutti i siti che abbiano «un contenuto contrario alla morale sociale» (pornografia, prostituzione, deviazioni sessuali ecc.), «contrari ai valori religiosi», «offensivi nei confronti dell'Islam e delle altre religioni riconosciute» i santi e i profeti o che «insultino l'imam Khomeini e l'ayatollah Khamenei». Sono vietati tutti i siti ostili al governo e alla Costituzione Ancora, ed è qui che viene il bello, sono vietati i siti e i blog  «contrari alla sicurezza e alla pace sociale», «ostili al governo e alla Costituzione e in favore di gruppi politici ostili» e, infine, «tali che permettano di commettere un reato aggirando i divieti o i sistemi di controllo» utilizzati dal regime per impedire l'accesso a numerosi siti politici o a sfondo sessuale. L'elenco di reati è stato stilato a corredo di una legge contro i «crimini su internet», approvata dal parlamento iraniano più di un anno fa, che prevede pene fino a diversi anni di prigione.

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