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Arriva Avatar, il nuovo cinema

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Il film non delude: è la summa di tutti i kolossal, il futuro in 3D

Albina Perri
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di Francesco Specchia - Non è un film, ma un'esperienza sensoriale totale, roba che non si vedeva dagli anni '60 (quando l'Lsd andava fortissimo). Avatar, il nuovo film di James Cameron –dal 15 gennaio anche in Italiae- è appena arrivato nelle sale ad uso della stampa ed è già circonfuso dall'aura del capolavoro. E un po' è vero. Noi l'abbiamo visto e siamo ne siamo usciti frastornati. La storia è quella di Jack Sully, marine paraplegico che abita il corpo e l'anima di un Navi (l'Avatar, appunto), umanoide di Pandora, pianeta da colonizzare per i governanti del futuro della Terra (per via dell'Unobtainium il minerale che sul nostro pianeta risolve la crisi energetica del 21° secolo). Jack viene precipitato a Pandora nelle sembianze di un simulacro azzurrino alto tre metri e cazzutissimo strappato a un episodio di Star Trek e ad Apocalypse Now Jack viene precipitato a Pandora nelle sembianze, appunto, di un simulacro azzurrino alto tre metri e cazzutissimo strappato a un episodio di Star Trek e ad Apocalypse Now; svolazza in un mondo fatto di uccelloni giganti, foreste tropicali e sequoia alte trecento metri che neanche a Copenaghen nei giorni ambientalisti. Prima deve fare la spia per un colonnello guerrafondaio che vorrebbe fare esplodere ogni albero sulla crosta del pianeta (e sono parecchi) nonché spalmare di napalm i suoi abitanti; poi, però entrando nello spirito dei nativi e, soprattutto, entrando in  Neytiri, la sua tutrice locale ma figlia del capo, si accorge che deve difendere la causa degli indigeni.  Ecologia a iosa, scene d'amore tra giganti che ricordano un po' la Grecia classica e un po' i fumetti di Mister No, battaglie pirotecniche per aria e per terra, regia perfetta e trama molto paracula che mixa i temi obamiani dell'ecologia a quelli repubblicani del patriottismo e del senso dell'onore: tutto questo è Avatar, il giocattolone della Fox che, visto con gli occhialetti in 3D proietta lo spettatore nel racconto, quasi fisicamente, per circa tre ore.  L'Osservatore Romano lo attacca giudicandolo senz'anima e portatore di “effetti speciali e innocuo panteismo”. Vivvaddio non siamo d'accordo col Vaticano. Per noi Avatar è la Summa teologica di tutti i kolossal degli ultimi trent'anni;  uno splendido incrocio fra Guerre Stellari, Il signore degli anenelli e Balla coi lupi. Comunque vada, ha già cambiato la storia del cinema …

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