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Governo sotto alla Camera sul ddl lavoro. Troppi assenti

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Passa un emendamento del Pd che convoglia risorse sui ricercatori universitari assunti

Michela Ravalico
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Governo battuto alla Camera su un emendamento al ddl lavoro sull'università firmato dal Pd. Il governo aveva dato parere contrario, ma viste le assenze nei banchi della maggioranza, l'emendamento è passato. Al netto dei deputati in missione, la cui assenza era quindi prevista e giustificata, in totale 72, al Pdl sono mancati 57 voti, pari al 21%, gli assenti della Lega erano 10, 16%, anche uno dell'Mpa. Tra i deputati più noti che non hanno partecipato al voto ci sono Niccolò Ghedini, Gabriella Carlucci, Stefano Caldoro, Denis Verdini, Lucio Stanca, Italo Bocchino, Antonio Martino. A causa delle assenze i partecipanti al voto erano in totale 436, pari al 69%. Hanno votato a favore dell'emendamento su cui il governo aveva dato parere contrario tutti i gruppi di opposizione, Pd, Idv e Udc, in totale erano 222, per la maggioranza i voti sono stati 214. L'emendamento sopprime alcune norme contenute nel decreto sul diritto allo studio, la valorizzazione del merito e la qualità del sistema universitario e della ricerca. La proposta, in sostanza, stabilisce che le risorse a disposizione delle università grazie ai pensionamenti vengano utilizzate per assumere ricercatori a tempo indeterminato e non per attivare i contratti di ricerca introdotti dalla legge Moratti nel 2005. La seduta in aula è stata sospesa. La sospensione è stata chiesta dalla maggioranza. Il presidente della commissione Lavoro di Montecitorio ha spiegato che era necessario "valutare in Comitato dei Nove gli effetti determinati sul testo dall'approvazione dell'emendamento".

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