Cucchi, una lettera prima di morire
L'ultima richiesta di aiuto alla comunità terapeutica Ceis
«Caro Francesco sono al Sandro Pertini, in stato di arresto. Scusami se stasera sono di poche parole ma sono giù di morale e posso muovermi poco. Volevo sapere se potevi fare qualcosa per me. Adesso ti saluto a te e agli altri operatori. Ciao. P.s: per favore rispondimi. A presto». E' questo il contenuto della lettera scritta il giorno prima di morire da Stefano Cucchi, il detenuto morto lo scorso 22 ottobre. Il ragazzo voleva lanciare un'ultima disperata richiesta di aiuto alla comunità terapeutica Ceis. La lettera però sarebbe stata spedita quando il geometra di 31 anni era già morto. Il documento è stato ritrovato ieri sera da membri della comunità e consegnata alla famiglia di Stefano. Per la sorella«è il chiaro messaggio che Stefano voleva un contatto con l'esterno e stava chiedendo aiuto al contrario di quello che si diceva». L'esistenza della lettera era stata testimoniata da una sopraintendente del Dap del Pertini. Il Tg5 delle 13 di oggi, sabato 6 febbraio, è tornato sul caso Cucchi. Il tg diretto da Mimun parla del mistero di alcune immagini radiografiche e di una tac, eseguita dopo la riesumazione della salma, che sembrano svanite nel nulla. Da due mesi, i legali della famiglia Cucchi chiederebbero di poter avere i dischetti contenenti la documentazione relativa alle fratture vertebrali, ma quella consegnata loro finora conteneva solo immagini che nulla avevano a che fare con le lesioni alla colonna vertebrale. Una richiesta, quella dei legali della famiglia di Cucchi, legata al fatto che quelle immagini potrebbero essere importanti per accertare il presunto pestaggio subito dal giovane. Intanto è stata resa nota l'ultima lettera scritta da Cucchi prima di morire: poche righe, anticipate ieri sera dal Tg1, scritte per chiedere aiuto a un operatore della comunità in cui il ragazzo si era disintossicato.