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Fonti Nato ammettono uccisione per errore di civili

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Si tratta di dieci ragazzi fra i 12 e i 18 anni, uccisi in Afghanistan

Monica Rizzello
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Fonti della Nato hanno ammesso che una forza d'assalto lo scorso dicembre ha ucciso per errore dieci ragazzi fra i 12 e i 18 anni, che si trovavano in un edificio nella parte orientale dell'Afghanistan, vicino al confine col Pakistan. Non si sa ancora chi sia stato l'esecutore materiale della strage: le truppe occidentali accusano gli afghani, mentre Kabul punta il dito sulle forze speciali americane. I vertici dell'alleanza atlantica avevano sempre sostenuto che l'operazione mirava a colpire un gruppo di talebani, responsabili di una serie di violenti attacchi nella zona, ma, dopo un'inchiesta del quotidiano inglese The Times, fonti della Nato, che hanno chiesto di rimanere anonime, hanno chiarito l'accaduto, dicendo che si trattava di civili innocenti che non avevano alcun collegamento con l'attività degli insorti. «Sapendo quello che sappiamo ora - ha dichiarato una fonte - quell'attacco non sarebbe stato giustificabile». La notizia arriva mentre sono alte le polemiche sulle vittime civili dell'ultima offensiva condotta dalle forze Nato in Afghanistan, e dopo il richiamo del comandante delle truppe Usa e della coalizione, Stanley McChrystal, che ha detto che le morti di civili rischiano di causare una «sconfitta strategica».

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