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Pdl nelle mani dei giudici

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Liste Pdl in Lazio, il capo dello Stato: "Non tocca a me verificare le liste, ma al tribunale". La palla alla Corte d'Appello

Eleonora Crisafulli
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Napolitano se ne lava le mani. Il caos Pdl Lazio  e in questi minuti sta esplodendo anche il casos Lombardia)  lo devono sbrogliare i giudici. Così il capo dello Stato risponde agli appelli di chi ha chiesto un suo intervento: spetta alle sedi giudiziarie, non a lui. Il Pdl ha presentato ricorso presso la Corte d'Appello, che dovrà decidere entro domani e ha denunciato i radicali per "violenza privata" e i componenti dell'Ufficio Centrale per abuso d'ufficio. Difficilmente i giudici daranno ragione al Pdl, la lista dunque, rischia di finire nel niente. La risposta di Napolitano- «La preoccupazione di una piena rappresentanza, nella competizione elettorale regionale in Lazio come dovunque, delle forze politiche che intendono concorrervi, non può che essere compresa e condivisa dal Presidente della Repubblica. Ma spetta solo alle competenti sedi giudiziarie la verifica del rispetto delle condizioni e procedure previste dalla legge». Così, tramite comunicato ufficiale, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, risponde all'appello del sindaco di Roma in merito all'esclusione del Pdl dalla competizione elettorale. Il capo dello Stato si dice preoccupato, tuttavia - precisa - «spetta solo alle competenti sedi giudiziarie la verifica del rispetto delle condizioni e procedure previste dalla legge». Ogni decisione è quindi  rimessa al Tar.   La lettera di Alemanno - Gianni Alemanno ha scritto al presidente della Repubblica Giorno Napolitano: «Mi rivolgo a Lei, massima autorità della nostra Repubblica, per manifestarle la mia profonda preoccupazione per la situazione che si sta determinando nella città di Roma. Come Lei sa, a causa di una vicenda controversa, su cui sono stati presentati esposti alla Procura della Repubblica, interpretata in chiave puramente formalistica dalle autorità preposte, vi è il concreto rischio che la lista del Popolo della Libertà non venga ammessa alle elezioni regionali del Lazio nella circoscrizione della provincia di Roma». L'esclusione del Pdl rischia di generare una distorsione irrimediabile della composizione del Consiglio regionale del Lazio Il primo cittadino della capitale spiega:  «Poiché il Popolo della Libertà è il partito che riscuote più consensi a Roma e nel Lazio, la sua esclusione determinerebbe l'impossibilità per un numero elevatissimo di cittadini di esprimere compiutamente la propria scelta elettorale. L'esclusione di quarantuno candidati, rappresentativi di un partito in grado di raccogliere almeno il quaranta per cento dell'elettorato, rischia di generare un vertiginoso aumento dell'astensionismo e una distorsione irrimediabile della composizione del Consiglio regionale del Lazio. La Regione Lazio è un'istituzione democratica troppo importante per essere guidata da un Presidente, chiunque esso sia, eletto senza la piena partecipazione di tutti i cittadini. Anche il Consiglio di Stato, che è il massimo organo giudicante in materia, ha stabilito in più occasioni che il diritto costituzionalmente garantito di poter esprimere liberamente il proprio voto, debba prevalere su ogni eventuale problematica formale o burocratica». Infine La prego di intervenire non con spirito di parte, ma come sindaco di Roma Alemanno avanza la sua richiesta: «Non con spirito di parte, ma come Sindaco della città di Roma. La prego pertanto di intervenire con l'autorità morale che deriva dal Suo alto incarico per evitare questo grave danno per la nostra vita democratica».

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