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Il Tar riammette Formigoni

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Accolta l'istanza di sospensiva del listino del Presidente lombardo

Maria Acqua Simi
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Ha preso il via alle 9.30 in punto l'udienza a porte chiuse del tribunale amministrativo della Lombardia per decidere sulla esclusione della lista di Formigoni dalle elezioni del 28 e 29 marzo prossimi. Davanti al collegio della quarta sezione del Tar di Milano presieduto dal giudice Adriano Leo, presidente della quarta sezione del tribunale, si sono presentati questa mattina i ricorrenti, i legali del presidente della Regione Roberto Formigoni, e le controparti che si sono costituite tra ieri e oggi. A costituirsi, tra gli altri, sono stati il candidato del Pd Filippo Penati, la sua lista, i Radicali, l'Udc e i Comunisti italiani. Alle 17. 40, ecco la sentenza- Il Tribunale amministrativo regionale della Lombardia ha accolto l'istanza di sospensiva presentata dal listino di Roberto Formigoni. Il Tar, in questo modo, sospende il provvedimento con cui la Corte d'appello di Milano ha escluso la lista del candidato del Pdl per irregolarità nella presentazione delle firme e, di fatto, riammette la lista alla competizione elettorale riservandosi di emettere una sentenza a breve.   Le proteste dei giorni scorsi- Piazza San Babila, a Milano, giovedì pomeriggio era strapiena di gente. E' il popolo del Pdl che è sceso in strada per dire che no, non ci sta a questo "scempio antidemocratico". Il gazebo del Pdl, con bandiere annesse, è già gremito di gente quando arriviamo. Sono le 17.30, ma verso le 18 sarà quasi impossibile passare di lì. La piazza è stracolma e a gruppi i sostenitori si ritrovano accanto agli striscioni preparati da alcuni universitari. Gli stessi che due giorni fa avevano presidiato piazza Cinque Giornate per chiedere "il diritto di poter scegliere chi votare". La denuncia di Formigoni- E mentre i sostenitori di Pdl e Lega srotolano le bandiere, Formigoni finalmente parla.  "Ci sono state varie e gravissime irregolarità da parte della Corte d'Appello di Milano", denuncia il presidente della Regione Lombardia e sostiene poi che "il listino collegato a Filippo Penati, secondo i controlli  fatti da noi questa mattina, alla presenza del loro rappresentanti  certamente non ha raggiunto le 3.500 firme valide e quindi non  potrebbe essere ammesso alle elezioni".  Illegale anche Penati- Formigoni ha spiegato che i suoi collaboratori hanno finora esaminato un quarto delle firme del listino del candidato di centrosinistra Filippo Penati "e di queste 448 non sono valide e anche se la percentuale nel prosieguo dell'esame diminuisse possiamo arguire che circa 1000 non sono valide e quindi la lista Penati non può essere ammessa". "Vogliono danneggiare  -conclude Formigoni- le liste del centrodestra in Lombardia e favorire il partito democratico". Poi annuncia che presenterà una denuncia in Procura. La piazza- Le parole del Presidente raggiungono la piazza, attraverso i telefonini e gli sms.  Francesca, che studia in università, racconta  di essere "molto arrabbiata" perché "se i giudici devono tutelare il bene comune, come si può pensare di lasciare senza scelta così tanti cittadini?". Il riferimento è evidente:  in Lombardia non piace a nessuno che sia stata esclusa dalla corsa alle regionali la lista di Formigoni. E così, piazza San Babila si è gremita di gente. I giovani sono tantissimi: chi è appena uscito dal lavoro, chi dall'università. Spontaneamente si riuniscono intorno a uno striscione e quasi impediscono di parlare al candidato Mario Sala. Cominciano i cori: "Ora e sempre, Roberto presidente", "Uno di noi, Roberto uno di noi". Urlano con tutto il fiato che hanno e le parole degli organizzatori servono da incentivo. Qualcuno al megafono denuncia "il metodo" con cui i radicali hanno potuto vedere le schede dei sostenitori della Lista Formigoni, mentre Mario Sala zittisce tutti in un secondo. "Ho appena parlato al telefono col Presidente", dice al megafono. "Potrebbe essere qui per le 19.15, e salutarvi, ma mi ha detto di non aspettarlo e di dirvi di andare per le strade e nei vostri paesi a raccogliere firme, più firme possibile". Qualcuno grida "libertà" e ripartono i cori. Sono 15 anni che voto Formigoni, perché adesso vogliono impedirmelo? Che strano mondo questo Questa volta diversi: "Fateci votare, ragazzi, fateci votare" e, ancora, "Un presidente, c'è solo un presidente". Qualcuno ha la bontà di fermarsi e spiegare a noi cronisti per cosa sta protestando. "E' pensabile che i cittadini si vedano governati da un candidato che mai avrebbero votato e che vincerebbe solo per l'assenza della principale coalizione? E tutto questo per colpa di un timbro", dice provocatoria una signora di mezz'età che poco prima, a quei cori, aveva partecipato con tutto il fiato che aveva in gola. "Io voglio che siano garantite le condizioni per una democrazia in cui i cittadini possano decidere da chi essere governati, non c'è bisogno di questi mezzucci", dice una ragazza che avrà si e no vent'anni. "Sono 15 anni che votiamo Formigoni", spiega il signor Pietro - pensionato che  in San Babila ci sta passando per caso - "perché adesso ce lo vogliono impedire? Che strano mondo è questo". E si vede che le sue parole sono sincere. Torniamo in redazione, in lontananza si sentono ancora gli eco della piazza: "Lasciateci votare Roberto". Maria Acqua Simi

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