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Izzo: "In semilibertà ho commesso altri reati"

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La deposizione del mostro del Circeo a Brescia

Eleonora Crisafulli
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«A volte la vita è complicata, ero partito, quando mi è stata concessa la semilibertà, con l'idea di comportarmi bene. Purtroppo, un po' per megalomania, un po' per pressioni e per una serie di problemi, è venuta nuovamente fuori la mia parte violenta». Così Angelo Izzo, il cosiddetto "mostro del Circeo", spiega il suo secondo efferato delitto, il duplice omicidio commesso nel 2004 in provincia di Campobasso. Fin qui niente di nuovo, ma il pluriomicida, chiamato a deporre a Brescia, non si ferma e prosegue nel suo racconto, facendo riferimento ad «altri reati gravi»: «Forse un giorno ne parlerò. Questa non è la sede, risponderò con le garanzie e nelle sedi opportune». Dopo essersi sposato ieri con la giornalista Donatella Papi, Angelo Izzo, è tornato in aula a Brescia per essere sentito dai giudici della Corte d'assise sulla strage di Piazza della Loggia del 28 maggio 1974, in cui morirono otto persone. Durante la deposizione Izzo ha raccontato con la consueta disinvoltura episodi della propria gioventù e della militanza di destra.

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