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Lunedì nero per i mercati

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Veltroni: la colpa è della destra Il Papa: i soldi non contano

Albina Perri
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Papa Ratzinger ha affrontato oggi il tema della crisi dei mercati del mondo.  Lo ha fatto in apertura dei lavori del sinodo dei vescovi sulla Bibbia. I soldi sono niente, ha detto, svaniscono. Meglio puntare su beni più stabili come la parola di Dio. «Vediamo adesso nel crollo delle grandi banche che i soldi scompaiono, sono niente, e tutte queste cose che sembrano vere in realtà sono di secondo ordine». Deve ricordarselo soprattutto chi «costruisce solo sulle cose sono visibili, come il successo, la carriera, i soldi. Solo la parola di Dio  è una realtà solida». I mercati intanto crollano: Tokyo ha chiuso sui minimi di seduta, registrando un tonfo del 4,25%, con il Nikkei 225 che è scivolato sui livelli di quattro anni fa (maggio 2004). Di conseguenza i due principali indici della borsa di Mosca, l'rts e il micex, hanno aperto oggi con un forte ribasso. Anche Piazza Affari ha aperto in forte calo, come Londra, Amsterdam e Francoforte. A Milano, a circa un'ora e mezza dall'avvio delle contrattazioni, l'indice S&P/Mib è arrivato a perdere quasi il 6 per cento. La Svezia e la Danimarca hanno deciso di studiare garanzie dei depositi bancari per evitare una fuga del risparmio dagli istituti di credito.  Unicredit sospesa a Piazza Affari per eccesso di rialzo tra un contratto e l'altro, ma non si ferma la discesa del titolo che cede oltre il 9%. Al momento della sospensione le azioni perdevano il 9,18% a 2,8 euro. Preoccupato, ora, anche Alessandro Profumo, l'amministratore delegato: "Chiaramente", ha detto stamattina, "abbiamo sottovalutato le condizioni del mercato. Le turbolenze di questi giorni non hanno precedenti nella storia, dal crack del 1929". E Veltroni ne approfitta per dare una stoccata alla destra, addirittura mondiale: "C'e' una crisi gigantesca che non potrà non avere ricadute anche in Europa e in Italia, e questa crisi e' figlia di colpe della destra", ha detto a Radio3. "La responsabilita' della crisi, è della destra, ovviamente non solo la destra italiana, perché è insopportabile che i teorici della deregulation ora siano diventati i teorici della nazionalizzazione, dell'intervento dello Stato".

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