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Ascea, maiali smaltitori di rifiuti

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Agli animali destinato l'umido delle famiglie

Monica Rizzello
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I maiali potrebbero funzionare da smaltitori di rifiuti. Addirittura la Tarsu potrebbe essere meno salata per merito loro e della loro proverbiale fame. È quanto potrebbe accadere tra breve ad Ascea, piccolo Comune del Cilento, nel Salernitano. L'idea, meglio ancora il progetto in fase ormai avanzata, è del sindaco Mario Rizzo e della sua amministrazione, per cercare di ridurre la cifra di 200 mila euro che ogni anno il Comune cilentano è costretto a sborsare per lo smaltimento del cosiddetto «umido», ovvero gli scarti di cucina che ogni giorno finiscono nelle pattumiere italiane. Un vero e proprio «spreco», che in altri tempi sarebbe servito per ingrassare i maiali, e da qui l'illuminazione. Così, il comune di Ascea ha pensato di avviare un allevamento di maiali ai quali sarebbe destinato l'umido delle migliaia di famiglie residenti. Gli stessi residenti che sarebbero i primi beneficiari del progetto, riceverendo una bolletta tarsu (la tassa dei rifiuti solidi urbani) decisamente alleggerita, poiché priva della voce «umido». Inoltre, l'allevamento, che sarebbe realizzato in un'area demaniale decentrata, potrebbe produrre anche “biogas” grazie allo sfruttamento dei rifiuti organici prodotti dai maiali. Insomma, inizierebbe un ciclo decisamente virtuoso, per il quale il Comune attende solo il via libera dell'Asl che dovrà pronunciarsi sulla possibilità o meno dello sfruttamento del biogas. «Torniamo all'antico - ha commentato il sindaco Rizzo - Tanti anni fa, nelle nostre case non si buttava niente. Tutti gli scarti di cucina finivano ai maiali che ogni famiglia allevava. Ecco, oggi il Comune farà lo stesso. In questo modo, eviteremo di sperperare 200mila euro per lo smaltimento dell' umido, alleveremo circa 1500 maiali che poi rivenderemo con un evidente beneficio per le casse comunali e, naturalmente, faremmo felici tanti residenti per via di una bolletta Tarsu più umana».

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