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India, imboscata maoista

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Almeno 73 poliziotti perdono la vita

Monica Rizzello
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Un'imboscata di ribelli maoisti ha ucciso da almeno 73 poliziotti indiani nel corso di un raid contro accampamenti delle forze di sicurezza nel centro del paese. L'imboscata dei maoisti contro un convoglio di poliziotti, avvenuta nello stato del Chhattisgarh, è uno degli attacchi più gravi mai compiuti dai ribelli comunisti attivi nel centro e nord est dell'India. Gli scontri sono ancora in corso nella zona e sono stati mandati dei rinforzi. Centinaia di ribelli avrebbero preso di sorpresa i veicoli di soccorso giunti sul luogo in seguito all'esplosione di una mina. Alcune strade di accesso sono state bloccate dai guerriglieri. L'imboscata è avvenuta all'alba in una sperduta giungla nella regione di Dantewala, roccaforte degli insorti, dove è in corso un'offensiva del governo di New Delhi contro i guerriglieri. Secondo il ministro degli interni P.K. Chidambaram «è stata una trappola tesa dai naxaliti (i maoisti indiani) che mostra tutta la loro brutalità e crudeltà». Il ministro si è detto «scioccato» dall'alto numero delle vittime. Domenica scorsa i miliziani avevano attaccato nel vicino stato di Orissa, uccidendo 11 agenti delle forze di sicurezza. Secondo dati ufficiali, il gruppo armato è attivo in 200 dei 626 distretti indiani controllandone circa 34, tra cui il Chhattisgarh. Nel 2009 hanno perso la vita 1.100 persone per gli attacchi dei maoisti, un gruppo che il primo ministro indiano Manmohan Singh ritiene rappresenti la principale minaccia alla sicurezza interna.

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