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E' il tempo di riforme

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Basta con il gossip e le polemiche: la politica torna ai contenuti. Stasera l'ufficio di Presidenza del Pdl affronterà i cambiamenti fiscali e costituzionali in agenda. Bersani apre: parliamone

Albina Perri
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Stasera all'ufficio di Presidenza del Pdl si discuterà di riforme. La politica italiana sembra poter ripartire dai contenuti e lasciarsi alle spalle gossip e polemiche. Silvio Berlusconi rientrerà a Roma per partecipare, all'ordine del giorno l'analisi del voto alle regionali e le riforme, alla luce dell'intesa sul metodo raggiunta ieri sera ad Arcore con Umberto Bossi. La Lega è in crescita e fa concorrenza, soprattutto al  Nord, ma “non può certo dettare l'agenda politica al governo”,  assicurano fonti del Pdl, forse anche per rassicurare gli ex di An che chiedono da tempo un riequilibrio interno (allo stato ancora non è  fissato un colloquio con Gianfranco Fini). Il Carroccio resta un  alleato fedele e strategico, ma il Popolo delle libertà resta il primo partito italiano e forza trainante della coalizione, va ripetendo ai suoi il Cavaliere dopo la prova elettorale del 28 e 29  marzo scorsi. Il presidente del Consiglio manterrà il ruolo di king  maker, soprattutto nella gestione del processo riformatore,  rispettando comunque le competenze dei singoli ministeri interessati. Del resto, secondo i dati raccolti dal coordinatore nazionale Pdl Denis Verdini, il Pdl come dato politico delle elezioni regionali si attesta al 38,4%.  "Al 33,7% -   avrebbe sottolineato Verdini durante la riunione - vanno aggiunti circa 940 voti in tutta Italia, dati alle liste dei presidenti, un valore aggiunto che porta il Popolo della libertà ad aver totalizzato il 38,4% di risultato complessivo" In primo  piano restano la giustizia, tema a lui caro, e l'attuazione del   federalismo fiscale Il premier, riferiscono ambienti della maggioranza, spiegherà  oggi al summit di palazzo Grazioli come intende procedere sulla strada  delle riforme, evitando strappi e fibrillazioni interne. In primo  piano restano la giustizia, tema a lui caro, e l'attuazione del   federalismo fiscale (cavallo di battaglia leghista) nel quadro di una  più generale riforma fiscale con riduzione progressiva delle tasse   (almeno sotto al 40% spalmata nei prossimi tre anni). Quanto ai contenuti della riforma costituzionale,  presidenzialismo o premierato, Berlusconi non vuole impiccarsi sulle  formule (spetterà a tecnici e giuristi trovare quella giusta):   l'importante è raggiungere l'obiettivo prefissato: rafforzare i  poteri dell'esecutivo. Si tratta, insomma, di argomenti da sempre nel programma di governo che vanno realizzati per onorare gli impegni   assunti con gli elettori. Quanto ai rapporti con l'opposizione, il Pdl  non condivide l'idea del Pd di legare il confronto alla riforma   elettorale. L'attuale legge (proporzionale con premio di maggioranza),  sottolineano fonti della maggioranza, “è quella che meglio di tutte   le altre garantisce la stabilità ed è congeniale al Pdl”. Bersani: "Il Senato  federale e la riduzione del numero dei parlamentari, mi pare siano  punti su cui il centrodestra ha detto parole univoche. Vogliamo  discutere di questo per fare qualcosa di concreto? Bersani: parliamone- Pier Luigi Bersani intanto si sveglia e invita la  maggioranza a "non perdersi in chiacchiere" e iniziare il percorso  delle riforme, cominciando subito dai punti condivisi: "Il Senato  federale e la riduzione del numero dei parlamentari, mi pare siano  punti su cui il centrodestra ha detto parole univoche. Vogliamo  discutere di questo per fare qualcosa di concreto? Allora partiamo da lì, intanto. Noi -conclude il segretario del Pd- siamo disponibili".

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