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Merano, agricoltura troppo spinta tra le cause del disastro

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Iscritte otto persone nel registro degli indagati

Michela Ravalico
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Il giorno dopo la tragedia del treno di Merano è tempo di dolore, ma anche di critiche e polemiche. La procura di B0lzano ha iscritto sul registro degli indagati 8 persone, per la tragedia che ha provocato la morte di nove persone. Saranno, dunque, sentite a testimoniare sei persone del consorzio di bonifica della val Venosta e il proprietario del meleto che sovrasta la ferrovia nel tratto tra le stazioni di Laces e Castelbello dove si è verificata la tragedia. La frana che ha travolto il treno regionale in servizio da Malles Venosta a Merano, infatti, è stata provocata dalla rottura di un tubo dell'impianto di irrigazione del frutteto. L'acqua è penetrata nel terreno causando lo smottamento. Il parere del geologo - Secondo Lorenzo Cadrobbi, consigliere dell'Ordine dei Geologi del Trentino Alto Adige-Sudtirol, tra le cause dello smottamento del terreno che ha innescato la frana ci sarebbe un'attività agricola "troppo   spinta" senza un'adeguata "gestione del territorio montano, che è molto ripido, riguardo le attività private". "La frana di terra e fango di circa 400 metri cubi è stata provocata da un fenomeno di imbibizione del terreno perchè un impianto idrico si è rotto, ma il tubo doveva essere aperto da tempo per trasportare così tanto terreno a valle". "A monte, sopra, -spiega il geologo- c'è un terreno agricolo, un vigneto, ma il bordo evidentemente non era abbastanza sicuro".  "Questi fenomeni -prosegue- sono legati all'agricoltura, ad attività agricole molto spinte cui si riserva, come dire, un occhio benevolo. In Alto Adige si contano già eventi simili a questo della ferrovia Merano-Malles, un altro è stato registrato nella Val di Non,  l'ho seguito personalmente ma, in quel caso, fortunatamente, non ci furono vittime".

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