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Gomorra non è fiction

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Appunto di Filippo Facci

Eleonora Crisafulli
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La frase di Berlusconi sulla mafia italiana («risulta la sesta del mondo») non è neppure di Berlusconi: è di Luca Josi, ex delfino di Bettino Craxi. A esser precisi non è neppure di Luca Josi, perché è di Giovanni Falcone. E' andata così: Falcone rilasciò una lunga intervista televisiva, nel 1992, e alla domanda «Mi può parlare della mafia più potente del mondo?» deluse la sua interlocutrice: «Mi dispiace signorina, ma purtroppo siamo solamente settimi». Neppure sesti. Poi spiegò: «Vede, il mistero è che la nostra mafia è l'unica che gode di letteratura». Come a dire che da Tomasi di Lampedusa a Mario Puzo sino alla Piovra, in effetti, non ci siamo risparmiati nulla. Josi riferì la frase a Berlusconi l'estate scorsa e l'ha replicata di recente a un incontro dell'Aspen, presente un ministro che l'ha ripetuta ancora a Berlusconi. Il quale l'ha fatta propria con l'aggiunta di una variante che però non c'entra un accidente: Saviano. La differenza è sostanziale. Gomorra è un'inchiesta coi controfiocchi che ha rivelato al mondo delle cose che neanche tanti giornalisti italiani sapevano, La Piovra è la caricatura in fiction di una mafia immaginifica che non è neppure mai esistita, ma viene replicata all'infinito per buona grazia del tafazzismo nostro e dello sciovinismo d'oltreconfine. Gomorra è molto più che letteratura, e, se Saviano lascerà la Mondadori, Berlusconi se la sarà proprio cercata.

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