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Tanzi: "Sono un uomo solo e chiedo perdono"

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L'ex patron Parmalat rilascia alcune dichiarazioni spontanee

Monica Rizzello
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«Sono un uomo oggi più che mai solo, schiacciato da una vicenda enorme, ma ancora tenacemente aggrappato a una fede e alla speranza». Davanti ai giudici della corte d'Appello di Milano, Calisto Tanzi ha rilasciato oggi alcune dichiarazioni spontanee riguardo al crack di Parmalat nel 2003. Ancora una volta, Tanzi punta il dito contro «i grandi signori della finanza e dell'organizzazione aziendale», che ci hanno «additato come modello prima per poi demonizzarci come truffatori». Dopo la sentenza per aggiotaggio di primo grado che ha condannato Tanzi a dieci anni di reclusione, il verdetto d'appello è atteso per metà maggio. Parmalat, secondo l'ex patron del gruppo di Collecchio, non è stata «una grande truffa». «Io continuo a rivendicare - ha aggiunto l'imprenditore - che Parmalat non fosse una grande truffa». Tanzi ha spiegato: «Non voglio e non posso accreditarmi all'esito delle mie vicende come vittima, ma non sono certo e solo un truffatore». L'ex patron di Parmalat ha spiegato inoltre di aver fatto «errori gestionali ed errori umani, alcuni dei quali ancora tutti da esplorare, come la vicenda dei quadri». Secondo l'imprenditore parmense «ora tutti sfuggono a qualsiasi tipo di responsabilità, fosse anche solo morale. Io non sfuggo». Calisto Tanzi chiede perdono: «Sono un uomo oggi più che mai solo» e «chiedo perdono a chi per questa causa ha sofferto senza colpa».

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