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Libertà di stampa? In Italia ce n'è fin troppa

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Il premier Berlusconi risponde alle accuse delle organizzazioni che pongono il Belpaese in fondo alla classifica

Eleonora Crisafulli
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E' sotto gli occhi di tutti. «In Italia abbiamo fin troppa libertà di stampa... È una risposta che do a chi dice che il governo e la Protezione civile non sono intervenuti tempestivamente». E' una risposta di un presidente del Consiglio esasperato da organizzazioni e singoli che lo accusano di dittature e regimi liberticidi e stanco della strumentalizzazione di notizie, che gli italiani leggono quotidianamente anche sulla stampa a lui vicina. Basti pensare che solo qualche giorno fa, Berlusconi condannava l'"attacco personale del Giornale a Fini", perché "la critica politica, anche più severa non può trascendere in aggressioni ai familiari e su vicende che nulla hanno a che fare con la politica”. Nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi,  per la presentazione del rapporto Osce - molto favorevole all'Italia - sul sistema della protezione civile, sulla capacità di risposta alle catastrofi naturali e quindi sulla gestione dell'emergenza terremoto in Abruzzo, il Cavaliere ha voluto difendere con una battuta il lavoro svolto dal governo. E, in presenza del segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, ha voluto comparare il giudizio piuttosto positivo dato dall'Ocse al sistema della protezione civile italiano con i rapporti di altre organizzazioni internazionali non troppo lusinghieri nei confronti dell'Italia, come quello di Freedom House, secondo cui siamo l'unico Paese della zona euro ad essere classificato come parzialmente libero (partly free) e ci attestiamo così oltre la settantesima posizione, a pari merito con India e Benin, dietro persino al Cile e alla Corea del Sud. Il premier ha poi ringraziato personalmente Gurria «per l'oggettività della vostra ricerca. Altre volte abbiamo avuto degli esami fatti al nostro sistema e cito l'ultimo fatto sulla libertà di stampa e ci siamo visti mettere in situazione di grande distanza dai primi: ora credo che se c'è una cosa in Italia che è sotto gli occhi di tutti e su cui c'è la sicurezza di tutti è che abbiamo fin troppa libertà di stampa: credo che questo sia un fatto che non è discutibile».

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