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Si fingeva donna e istigava al suicidio on-line, arrestato infermiere americano

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È accusato della morte di un uomo in Gran Bretagna e di una donna in Canada

Monica Rizzello
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Si fingeva donna su Internet e istigava al suicidio le persone con cui entrava in contatto. Un ex infermiere, che usava una chat room per suicidi su Internet, istigando altri a togliersi la vita, è stato incriminato per la morte di un uomo in Gran Bretagna e di una donna in Canada. Si tratta del 47enne William Merchert-Dinkel, di Faribault in Minnesota, che si fingeva un'infermiera, usando  pseudonimi come Lia Dao, Falcon Girl e Cami D, e suggeriva ai suoi interlocutori metodi per ammazzarsi e li incoraggiava al gesto finale. Ora è imputato di suicidio assistito, ma il suo caso legale è praticamente unico negli Stati Uniti, dove le leggi di molti stati proibiscono l'aiuto a morire, ma prevedono situazioni in cui la gente si trova nella stessa stanza o quando si condividono pillole o armi. Melcher-Dinkel, che deve comparire in tribunale il 25 maggio, è stato incriminato a fine aprile per la morte nel 2008 di Mark Dryborough, 32 anni di Coventry, e di Nadia Kajouji, che nel 2005 si è annegata in Canada. Secondo il New York Times, l'infermiere avrebbe confessato agli investigatori che il suo interesse nella morte e nel suicidio «può essere considerato una ossessione» e che «provava piacere nel dare la caccia ai suoi soggetti». Il caso “dell'istigatore” suscita una molti interrogativi, e non solo dal punto di vista legale, ma anche a proposito dei limiti della libertà di espressione su Internet, soprattutto sul grado di colpevolezza per chi condivide le proprie opinioni con persone che già pensano di togliersi la vita. I gruppi che pattugliano la rete per prevenire i suicidi considerano le chat room come quelle in cui Merchel-Dinkel ha incontrato le sue vittime simili ai siti “pro-ana”, i forum che promuovono l'anoressia come stile di vita, e non più come una malattia. Addirittura, secondo Papyrus, un'organizzazione britannica anti-suicidio, che ha censito 39 persone che solo in Gran Bretagna si sono tolte la vita dopo aver visitato chat-rooms di aspiranti suicidi, ci sono anche casi in cui qualcuno si è suicidato davanti a una web cam, mentre altri internauti assistevano.

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