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Il ratto del bavaglio

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Appunti/di Filippo Facci

Albina Perri
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Roma, 15 agosto 2016. Soddisfazione bipartisan dopo la 78esima raffica di emendamenti annunciata dalla maggioranza per il ddl intercettazioni. Il testo cambierà nuovamente dopo i rilievi mossi rispettivamente dall'opposizione, dai finiani e dal coro degli alpini di Bressanone. Piena soddisfazione del Quirinale. Il lieve ritocco della durata massima delle intercettazioni (i 75 giorni, com'è noto, sono stati trasformati in anni) viene giudicato insufficiente solo dall'Anm e dal cugino di Gioacchino Genchi, secondo i quali anche la mancata obliterazione dei biglietti Atac e l'attraversamento fuori dalle strisce pedonali devono essere acclusi tra i reati senza limiti di intercettazione. «Siamo aperti al sereno contributo di tutti», ha annunciato Maurizio Gasparri, tra le lacrime; «una soluzione condivisa è quanto auspicato dal lavoro incessante della Commissione», ha dichiarato invece Gaetano Quagliariello con un sms dalle Seychelles. Non si placano le polemiche a margine del recente suicidio del guardasigilli Angelino Alfano («il suo cellulare non era stato adeguatamente intercettato», ha osservato il pm Antonio Ingroia) e non si spegne l'accorata campagna lanciata da Il Fatto quotidiano («No alla legge-Olocausto) che ha osservato nell'odierno editoriale: «L'ennesima legge ad personam sembra disegnata appositamente per bloccare le indagini sulla relazione tra la nascita di Forza Italia e la strage di Portella della Ginestra».

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