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Sacconi cede all'Ue: donne in pensione a 65 anni entro il 2012

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Ma la Mussolini propone un anno di anticipo sulla pensione per ogni figlio avuto

Tatiana Necchi
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Stamattina il ministro Sacconi ci ha provato a mediare con l'Europa sull'innalzamento dell'età pensionabile delle donne a 65 anni. Ma dall'Europa è giunto un no secco. "L'Italia deve applicare la sentenza della Corte di Giustizia Ue sull'equiparazione dell'età pensionabile di donne e uomini del pubblico impiego a 65 anni entro il 2012", ha detto oggi la commissaria alla Giustizia e diritti civili, Liviane Reding, al ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, durante un incontro a Lussemburgo. La direttiva Ue: "inserire il provvedimento in manovra" – “Sappiamo che si tratta di misure fortemente impopolari, ma la Commissione è guardiana dei Trattati Ue, e non può che chiedere all'Italia di conformarsi immediatamente alla sentenza della Corte di Giustizia, come avrebbe dovuto fare già da quasi due anni” ha commentato il portavoce della Reding, Matthew Newman. Il consiglio è di inserire il provvedimento all'interno della manovra. La controreplica di Sacconi - "Sull'innalzamento dell'età pensionabile delle donne nel pubblico impiego non c'è alcuno spazio di trattativa con la Commissione Europea": ha detto Sacconi in serata. A questo punto, ha aggiunto il ministro, "decideremo giovedì in Consiglio dei Ministri cosa fare". Probabile che l'innalzamento dell'età pensionabile dal primo gennaio 2012, così come chiede la commissione Ue, entri nella manovra economica: "È questo il veicolo che attualmente abbiamo a disposizione", ha concluso Sacconi. Solo pubblico impiego - La norma, che eventualmente sarà inserita nel testo della manovra e che fisserà l'innalzamento dell'età pensionabile a 65, vale solo per i dipendenti pubblici. La sentenza della Corte europea di Giustizia che impone all'Italia di equiparare l'età delle pensioni di uomini e donne dipendenti pubblici entro il 2012 "non è in nessun modo applicabile al settore privato":  assicura il ministro del lavoro Maurizio Sacconi, al termine del suo colloquio con la commissaria alla Giustizia e ai Diritti civili Viviane Reding. "Sarebbe molto più oneroso: il settore privato è caratterizzato da una tale segmentazione da non consentire un'uguale regolamentazione previdenziale. Le donne interessate sarebbero costrette ad attendere la pensione da disoccupate". Saranno 30mila, il primo anno, le donne del pubblico impiego coinvolte dalla norma che equipara l'età pensionabile fra uomini e donne. La Proposta - Seppur la mediazione con l'Unione Europea non sembra fattibile, Alessandra Mussolini, deputata Pdl e Presidente della Commissione Infanzia della Camera, ha lanciato un'idea che farà discutere. "Abbiamo fatto oggi una riunione di parlamentari del Pdl e io ho lanciato la proposta che verrà inserita in un emendamento: per ogni figlio, bisogna avere un anno di anticipo sulla pensione, perchè la maternità è un valore. Ne trarrebbe vantaggio la società, visto che non si fanno più figli".

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