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Santoro e la Rai: lo sceneggiato continua

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Scatta la polemica con il presidente Garimberti: «Vuole Annozero in onda? Lo dica. Altrimenti mi diano la liquidazione e me ne vado»

Tatiana Necchi
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Un clima infuocato quello della conferenza stampa che si è tenuta oggi a mezzogiorno a Roma, in Viale Mazzini in cui Michele Santoro doveva spiegare la sua soluzione contrattuale con la Rai. Nonostante tutto non sono ancora state sciolte le riserve sul suo futuro nell'azienda ma il giornalista sollecita il Cda della Rai a prendere una posizione chiara e ad assumersi le proprie responsabilità e così chiede: «Garimberti mi vuole, vuole Annozero in onda? È pronto a scommettere anche la sua faccia sulla trasmissione?». Prendere una posizione - Come in molti avevano pensato l'incontro si è trasformato in un riesame della vicenda professionale dello stesso Santoro. «Garimberti mi vuole, vuole Annozero in onda? È pronto a scommettere anche la sua faccia sulla trasmissione?»«Non è sufficiente ciò che Garimberti ha detto nei giorni scorsi, deve dire che Annozero deve andare in onda anche quest'anno. È questa la mia domanda, questo taglia la testa al toro. Non sono io che devo decidere ma è l'azienda che deve decidere». Il giornalista ha dunque sollecitato il Cda della Rai ad assumere una posizione chiara: «presentatevi davanti alle telecamere e assumetevi le vostre responsabilità e dite meglio non fare Annozero, faremo altro. Poi vedremo - ha aggiunto Santoro - se questo altro è morale o immorale». Il conduttore ha anche sottolineato che andando in onda nella prossima stagione, poi l'anno prossimo "via le cause, riprendetevi la libertà editoriale", riferendosi al ricorso della Rai contro la sentenza che reintegrava Santoro e che quindi obbligava l'azienda a garantirgli gli stessi spazi che aveva, compreso anche la tipologia di programma. Infine il giornalista ha anche aggiunto: «non posso più accettare che produciamo utili per l'azienda, e questa ricorra al magistrato per farmi fuori». Dunque non sono ancora state sciolte tutte le riserve sul futuro: e alla fine il giornalista aggiunge: «se non ce la fate a reggere questo fatto, perché‚ non ce la fate, è inutile che scaricate su di me la situazione. Dite che insieme abbiamo trovato un accordo, io lo firmo e me ne vado». La pubblicazione dei salari - Un'altra questione che Santoro ha discusso nella conferenza è stata la pubblicazione degli stipendi di conduttori e direttori della Rai. Così rivolgendosi al presidente della tv pubblica sottolinea: «È giusto che tutti gli stipendi vengano messi in rete. Voi siete appassionati ai miei guadagni, ma non a tutti quelli della Rai. Io chiedo al presidente Garimberti di rendere pubblici tutti gli stipendi, così ne vedremmo delle belle, anche sulle consulenze». Non c'è nessun ostacolo per quanto riguarda la privacy, secondo Santoro e in questo modo potremmo sapere anche quanto ha percepito quell'altro "conduttore famoso": «non solo la voce più bassa del suo stipendio, ma quanto ha percepito». Rizzo Nervo: sbagliato chiedere che decida il Cda – Durante la conferenza stampa è intervenuto anche Nino Rizzo Nervo consigliere Rai che ha affermato: «è sbagliato lasciare le decisioni al CdA della Rai, non lo si deve chiedere al CdA perchè si avrebbe un voto politico e ci si dividerebbe su differenti scelte di tipo editoriale dell'azienda, con una parte del CdA che non accetta che i palinsesti vengano decisi fuori». Ha anche aggiunto che l'iniziativa di Santoro «è molto utile perché consente di fare chiarezza sulle decisioni aziendali». E quanto al fatto che Santoro questa mattina abbia chiamato direttamente in causa prima di tutto il presidente Garimberti, per Rizzo Nervo «è giusto porre la domanda a lui e la risposta deve essere molto chiara. Se Garimberti dice sì, la vicenda non è necessario che torni all'esame del CdA». L'intervento di Casini - E mentre si attende l'intervento del Governo con un emendamento sugli stipendi Rai nella manovra economica, Pier Pier Ferdinando Casini si accoda a chi chiede pubblicità sui compensi della tv pubblica: «È giusto e trasparente rendere pubblici gli stipendi della Rai, anche a tutela di Santoro» Ferdinando Casini si accoda a chi chiede pubblicità sui compensi della tv pubblica: «È giusto e trasparente - dice - rendere pubblici gli stipendi della Rai, anche a tutela di Santoro, Travaglio e degli altri conduttori». Il leader dell'Udc lamenta anche il fatto che «l'opposizione viene messa sempre ai margini sulla scelta dei dirigenti Rai». Lettera di Celentano -  Il cantante oggi manda una lettera al quotidiano "Repubblica" in cui scrive: «Dobbiamo solo decidere il giorno, non ha Celentano dice: «L'importante che nessuno guardi la televisione nel giorno in cui Santoro è stato cancellato»importanza se di mercoledì, giovedì o lunedì. L'importante che nessuno guardi la televisione nel giorno in cui Santoro è stato cancellato. Un Buco Nero, quindi, per Rai e Mediaset che durerà finchè egli non sarà riammesso col suo Annozero». Per Celentano il direttore Generale della Rai Mauro Masi: «Ha epurato la trasmissione di Michele Santoro, spezzato a metà  la voce della Dandini, mentre la danza di Ballarò si avvia ad essere più fuori che dentro. Viene spontaneo domandarsi - prosegue Celentano - quanto potrebbero reggere sia la Rai che Mediaset il peso dei mancati introiti provenienti dalla pubblicità nel giorno in cui nessuno guarderà la televisione. Sarà, dunque, il giorno di una nuova   rivoluzione. Una rivoluzione silenziosa che non avrà bisogno di finanziamenti. Poiché senza una lira ma soprattutto senza alcuna violenza avremo registrato il maggior profitto mai realizzato   nelle perdite del consumismo. Sarà quindi il giorno della nascita dell''Antiprofitto, che sconfiggerà i mali del profitto».  

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