Il Cav. non si ferma più a chiacchierare per strada
Basta dichiarazioni tra la folla. Berlusconi promette: "D'ora in poi solo conferenze stampa o note scritte". E sul sito Forzasilvio.it sferra l'ennesimo attacco ai magistrati: "Vogliono sovvertire il voto popolare". Domani il premier vola in Libia da Gheddafi
Basta dichiarazioni rilasciate per strada, basta con i giornalisti che stravolgono le parole per lanciare polemiche. Berlusconi ha deciso: d'ora in poi rilascerà solo dichiarazioni e comunicati ufficiali. “Non parlo più per strada”, dice il Cav uscendo da palazzo Grazioli, la sua residenza istituzionale, inutile quindi attenderlo. "Ditelo anche ai vostri direttori, ormai farò solo conferenze stampa o note scritte fino a fine legislatura". Il premier ha scelto la linea dura contro la stampa che sta conducendo una campagna contro il ddl intercettazioni. Due giorni fa, Berlusconi aveva lasciato solo Zapatero davanti ai giornalisti appena terminata la conferenza stampa. La via è segnata, niente più dichiarazioni strappate né chiacchierate per strada. Talk show e par condicio - Per i chiarimenti ai cittadini invece il Cavaliere è sempre disponibile. E così sul sito forzasilvio.it, "Silvio risponde" ad ogni genere di quesito. Sulla par condicio dichiara: "E' evidente che appena possibile dovremo rivedere da cima a fondo le regole della comunicazione politica in televisione" perché‚ "per impedirmi di comunicare in tv, la sinistra si è inventata la legge sulla par condicio, che impone a chi rappresenta un partito come il nostro di oltre il 40% di poter parlare con lo stesso minutaggio di chi guida un partito dello zero virgola qualcosa". Soffermandosi in particolare sui talk show aggiunge: "Per apparire in tv, il premier in Italia dispone di una conferenza stampa di fine anno oppure di uno o due talk show all'anno dove i temi sono scelti da altri e i tempi sono così ristretti da impedire una comunicazione efficace". E' impossibile parlare "nei pollai allestiti" in alcune trasmissioni dove "si fa solo diffamazione e disinformazione a vantaggio di una stessa parte politica che è la sinistra". Le toghe politicizzate - Dalle pagine di forzasilvio.it arriva anche l'ennesimo attacco alle toghe politicizzate che sono il "contrario della democrazia" e hanno un obiettivo ben preciso: sovvertire il voto popolare. "La mia esperienza di anni di aggressioni giudiziarie dimostra che questi giudici sono perfettamente consapevoli e sanno molto bene ciò che vogliono: il loro obiettivo è quello di rovesciare per via giudiziaria il risultato elettorale, il voto degli italiani. Non solo. Quando una legge votata dalla nostra maggioranza non è da loro condivisa la impugnano, la portano davanti alla Corte costituzionale che è costituita da una maggioranza di giudici di sinistra e ne ottengono l'abrogazione. E questo - sottolinea Berlusconi - la sinistra lo chiama rispetto delle regole. Invece è l'esatto contrario, è la negazione della democrazia". In Libia da Gheddafi - Domani Silvio Berlusconi sarà in visita da Muammar Gheddafi. Non è noto il motivo ufficiale della visitia, ma secondo indiscrezioni di stampa, il premier potrebbe anche prendere in consegna il cittadino svizzero trattenuto in Libia. Si tratta di Max Goeldi, l'uomo d'affari arrestato nel luglio del 2008 insieme ad un altro imprenditore svizzero, Rashid Hamdani e liberato nel febbraio scorso. La motivazione ufficiale dell'arresto è per "permanenza illegale" sul territorio libico. In realtà si trattava di una rappresaglia per il "caso Hannibal". Il figlio del leader libico, Hannibal Gheddafi, era stato arrestato a Ginevra con l'accusa di aver maltrattato due domestici. Un affronto che il dittatore libico non ha mai mandato giù. A febbraio la tensione tra Svizzera e Libia aveva raggiunto vette elevatissime e Tripoli aveva addirittura bloccato gli accessi al Paese da parte di tutti i cittadini europei. Anche in questo caso era un gesto per punire l'arroganza svizzera. Gheddafi aveva addirittura lanciato un appello per la jihad (guerra santa) contro la Svizzera. La situazione è poi rientrata grazie all'attento lavoro diplomatico di tutte le forze in campo, compreso il nostro ministro degli Esteri Franco Frattini, che può vantare l'appoggio delle ottime relazioni tra il premier Berlusconi e il dittatore Gheddafi.