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Fiom, impossibile l'accordo con Fiat

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"Se il testo non cambia, non firmiamo. E' anticostituzionale". Proclamato uno sciopero di 8 ore dei metalmeccanici il 25 giugno

Michela Ravalico
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No, no e ancora no. La Fiom non forma l'accordo con Fiat su Pomigliano. "Se il testo non cambia, non firmiamo". E intanto, per mettere in chiaro le cose, proclamano uno sciopero di 8 ore per il 25 giugno. Lo ha annunciato il segretario generale della Fiom Maurizio Landini, spiegando che la protesta è stata decisa in dissenso all'accordo siglato per lo stabilimento Fiat di Pomigliano. La giornata di protesta coincide con quella proclamata dalla Cgil a livello nazionale. Cosa succede - Gli scenari che si aprono, a questo punto, sono due: Fiat fa saltare la trattativa e Pomigliano chiude. Oppure l'accordo va in porto lo stesso, nonostante manchi il cento per cento dei consensi dei rappresentanti dei lavoratori. L'ad del Lingotto, Sergio Marchionne, in questi giorni ha ribadito di volere un accordo totale e senza eccezioni, dunque dopo l'ennesimo no di Fiom la trattativa dovrebbe andare a monte, Pomigliano chiudere. E' altresì vero che la politica può avere un peso e il fatto che persino Epifani, leader Cgil, abbia pubblicamente appoggiato l'accordo potrebbe portare all'isolamento della Fiom e convincere l'azienda a firmare nonostante il no dell'ala estrema dei metalmeccanici. L'appello di Schifani - Il Presidente del Senato, Renato Schifani, interviene oggi sul caso Fiat, dopo un severo no della Fiom, sostenendo con convinzione che “non è più il tempo del no e della fuga”. Secondo Schifani, infatti, in un clima di veti incrociati che non ha ragione di sussistere, “Pomigliano non deve chiudere”. La tesi sostenuta dal Ministro è quella di mostrare uno sforzo supplementare di coraggio, fiducia e generosità, soprattutto in un periodo di grave crisi ed incertezza economica. L'unica soluzione resta dunque- a detta del Ministro- quella di un'alleanza ideale tra lavoratori ed imprenditori. Sacconi si dice ottimista- Un ulteriore appello al segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, viene anche dal Ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che auspica “non si comprometta in alcun modo la straordinaria opportunità per Pomigliano. Sono convinto ci siano ormai le condizioni, meglio con la firma di tutti, per realizzare l'investimento”.   "Solo un gioco mediatico per la Fiom"- Bonanni respinge il “gioco mediatico” della Fiom e la sua posizione di essere restia a qualunque innovazione. Per il segretario della Cisl si è pronti a firmare l'accordo perchè le condizioni contrattuali restano salve. Aggiunge anche che “la Fiom tiene in ostaggio l'economia italiana e l'occupazione in un momento in cui abbiamo bisogno di investimenti anche per dare un segnale che in Italia si può investire. L'illegittimità dell'accordo è solo una scusa per coprire la responsabilità della Fiom stessa che non vuole cambiamenti. " La minaccia di Landini - "Per raggiungere gli obiettivi del piano di rilancio di Pomigliano d'Arco alla Fiat basterebbe applicare il contratto nazionale, senza deroghe alla legge - afferma all'unanimità  il comitato centrale della Fiom-Cgil - applicando il contratto di lavoro l'azienda può produrre le 280mila auto all'anno e le 1.045 al giorno previste dal piano di Marchionne". Dunque per Fiom la soluzione è semplice: basta seguire alla lettera il contratto nazionale e "la Fiom non metterà in campo nessuna opposizione". Le contestazioni di Fiom - Il problema centrale per Fiom è la clausola sui provvedimenti disciplinari e i licenziamenti. "Il diritto individuale di aderire a uno sciopero, sancito dall'articolo 40 della Costituzione, diviene oggetto di provvedimento disciplinare fino al licenziamento", osserva la Fiom. Il riferimento è a quella parte del documento Fiat denominate «clausole integrative del contratto individuale di lavoro». Nella proposta di accordo la Fiat prevede che «la violazione, da parte del singolo lavoratore, di una delle condizioni contenute nell'accordo costituisce infrazione disciplinare da sanzionare, secondo gradualità, in base agli articoli contrattuali relativi ai provvedimenti disciplinari e ai licenziamenti per mancanze». Anche sulla clausola di responsabilità, che nella proposta Fiat libera l'azienda da obblighi contrattuali in caso di mancato rispetto degli impegni assunti con l'accordo, secondo la Fiom «alla Fiat viene data totale discrezionalità per valutare se una qualsiasi iniziativa - dalla protesta allo sciopero - in contrasto con uno dei qualsiasi punti dell'accordo (carichi di lavoro, straordinari, gestione della forza lavoro) costituisce violazione dell'accordo stesso». Secondo la Fiom, per raggiungere gli obiettivi del piano di rilancio di Pomigliano alla Fiat basterebbe applicare il contratto nazionale senza deroghe. Lo afferma all'unanimità il comitato centrale della Fiom-Cgil, proponendo al Lingotto di «applicare il contratto di lavoro che permette all'azienda di produrre le 280 mila auto all'anno e le 1.045 al giorno che sono gli obiettivi del piano che Marchionne vuole fare». Se l'azienda applicherà semplicemente il contratto nazionale, ha detto Landini, «la Fiom non metterà in campo nessuna opposizione». Fini sulla vertenza Fiat- Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, si è rivolto alla Cgil e alla Fiom affinché firmino l'accordo: "Se fosse stato detto "rinunciate ai propri diritti", io avrei detto no. Ma non è stato così: i diritti acquisiti non vengono toccati".

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