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Regioni sul piede di guerra contro i tagli. Tremonti: "Niente sconti"

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Sono pronte a restituire competenze allo Stato. Il ministro dell'Economia sottolinea che la manovra è necessaria. "L'alternativa è il collasso"

Tatiana Necchi
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La rivolta - Regioni sul piede di guerra contro la manovra del Governo. Sono pronte a firmare un accordo all'interno della Conferenza Stato-Regioni per restituire allo Stato le competenze, dai trasporti all'ambiente e altre, previste dal decreto Bassanini. Questo è quello che è emerso dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. “L'insieme delle competenze valgono 3186milioni di euro - ha spiegato Vasco Errani nella conferenza stampa indetta durante i lavori del parlamentino dei governatori - ma solo nel 2011 il taglio previsto è di 4mila milioni di euro". Ma c'è di più. Infatti le regioni chiedono anche che venga "istituita immediatamente" una commissione straordinaria per valutare spese, funzionamento e costi di gestione "dunque anche gli sprechi", ha proseguito Errani, fra Governo ed Autonomie. "Noi vogliamo fare fino in fondo la nostra parte sia per la manovra che per la lotta agli sprechi e verificare i reciproci comportamenti virtuosi". Ed è stato dato mandato alla struttura tecnica della conferenza di costruire una maglia per verificare le diverse azioni che le singole regioni portano avanti "ed avere una visione coerente, in questo modo, delle politiche" delle autonomie. "Di fronte alla crisi economica le priorità - ha sottolineato ancora Errani  - sono il contrasto a questa ed i servizi alle persone". Infine le regioni vogliono chiedere un incontro anche ai comuni e alle province per costruire una piattaforma comune per gestire la situazione. I tagli alle regioni ricadranno, infatti, su comuni e province. Nessun passo indietro del Governo – Il Ministro dell'Economia, Giulio Tremonti non ha nessun dubbio: la manovra deve essere fatta e deve essere appropriata. "La manovra è necessaria - ha detto - altro che recessione. L'alternativa è il collasso. Abbiamo il terzo debito pubblico". Dunque nessun dietrofront del Governo e con le Regioni si parte con una linea dura. Anche se, ieri, il ministro, in conferenza stampa dopo l'incontro sulla manovra con le Regioni , ha lasciato aperto uno spiraglio nei confronti del Comuni. Nonostante ciò, però, non ci sono sconti per nessuno: "Non abbiamo alternative sui saldi, sui soldi e neanche sulla distribuzione dei tagli". Imposta comunale -  Nella conferenza c'è anche spazio per parlare della nuova imposta comunale sugli immobili che, però, non sarà messa sulla prima casa. "Dobbiamo discuterla nella compagine di governo e poi con i Comuni e quindi è presto per entrare nei dettagli ma di certo - ha dettoo il ministro - non si applicherà alla prima casa". Alla domanda se questa imposta accorperà una serie di tasse comunali, il ministro si è limitato a rispondere: "È così". Riduzioni insostenibili - Il ministro ha poi sottolineato che il Governo centrale è già stato oggetto di tagli negli anni passati e che ulteriori riduzioni "non sono sostenibili". Ha spiegato il titolare del dicastero di via XX Settembre: "Abbiamo tante volte simulato ipotesi diverse della dinamica di riduzione della spesa. La massa comprimibile, la parte riducibile del Governo centrale è già stato oggetto di riduzione negli anni passati. Una delle visioni sbagliate è guardare solo a questa manovra. Che è molto importante, ma non si può non guardare indietro quando sono state fatte riduzioni molti forti sul Governo centrale. Una riduzione ulteriore - ha detto testualmente Tremonti - non è sostenibile”. Dunque la riduzione della spesa dello Stato fatta negli anni scorsi non consente di ipotizzare una diversa redistribuzione dei sacrifici che chieda di più all'amministrazione centrale alleggerendo la manovra sulle Regioni e gli enti locali. Obiettivo: ridurre la spesa - "La manovra - ha ribadito Tremonti - resta ferma negli importi, nella composizione e nella distribuzione". Ciò di cui si può discutere, ha aggiunto il ministro, è la possibilità di "mettere insieme anche le Regioni a statuto speciale che sono più ricche" e considerare come un unico comparto tutte le Regioni "in modo che il concorso sia proporzionale alla disponibilità delle Regioni". Se alziamo le tasse facciamo la cosa storta - Una tassa sui redditi alti "non è la soluzione. Noi dobbiamo ridurre la spesa non più sostenibile, sopra, sotto, a destra, a sinistra. Se alziamo le tasse facciamo la cosa storta". I governatori chiedono all'esecutivo una più equa distribuzione dei tagli alla spesa tra i comparti della pubblica amministrazione. "Obiettivo fondamentale del Governo - ha ribadito il ministro - è ridurre la spesa".

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