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Usa, gay nell'esercito: polemiche sul questionario militare

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Il sondaggio è stato commissionato dallo stesso esercito che non escluderebbe omosessuali dall'arruolamento

Tatiana Necchi
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Le domande di un questionario distribuito in questi giorni a circa 400mila militari americani han già sollevato numerose polemiche. Lo scopo era quello di saggiare la reazione dei soldati di fronte all'ingresso di gay e lesbiche nelle forze armate. Alcune domande, come ad esempio quella se si è mai condiviso l'uso della doccia con un militare gay o se ci sentirebbe a proprio agio alla mensa con dei vicini di tavolo gay, sono state definite provocatorie e tese a rafforzare i pregiudizi verso l'omosessualità. Secondo “Servicemembers united”, la più grande associazione americana di soldati e veterani gay e lesbiche, il sondaggio comprende «espressioni insultanti e dispregiative, supposizioni e insinuazioni». Il "Servicemembers legal Network", che fornisce assistenza legale ai soldati espulsi dalle forze armate perché omosessuali, ha sottolineato che non fu inviato nessun questionario quando nel 1948 fu messa fine alla segregazione razziale nell'esercito o quando le accademie militari furono aperte alle donne nel 1976. Il sondaggio è stato commissionato dallo stesso esercito in vista della prossima revoca della politica del «don't ask, don't tell» secondo cui gay e lesbiche possono servire l'esercito a patto di nascondere il loro orientamento sessuale. Il Pentagono che però voleva mantenere riservata l'operazione, ha reagito con molta irritazione alla fuga di notizie sul questionario sostenendo che le polemiche possono falsare le risposte dei soldati. Il portavoce del Pentagono, Geoff Morrell, ha commentato che sarebbe «irresponsabile» non chiedere ai soldati quali potrebbero essere i problemi nel condividere la vita quotidiana con persone omosessuali e ha negato che il questionario sostenga pregiudizi nei confronti degli omosessuali.

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