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Francesco Cossiga compie 82 anni

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Affettuosi auguri da Berlusconi e dal Governo: "L'Italia tutta ti è riconoscente"

Eleonora Crisafulli
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Affettuosi auguri da parte del governo e del presidente del Consiglio Berlusconi al senatore a vita Francesco Cossiga. L'ex capo di Stato compie oggi 82 anni e dalla maggioranza arrivano numerose testimonianze di affetto e riconoscenza per la lunga carriera politica. Il ministro dell'Interno Roberto Maroni e il numero uno di Montecitorio, Fini, gli rinnovano i "sentimenti di stima e di amicizia". Per il presidente del Senato, Renato Schifani, "l'altissimo senso dello Stato" e il "costante impegno a tutela dei valori fondanti della Repubblica e a presidio delle sue istituzioni democratiche, costituiscono un esempio insostituibile per il nostro lavoro quotidiano". Auguri anche dalla Poleverini e da Alemanno. Per il sindaco di Roma l'esempio e la grande lezione di etica dello Stato "costituiscono, da sempre, un punto di riferimento insuperabile e ineludibile, al quale l'Italia tutta ti è riconoscente". Nato a Sassari nel 1928, Francesco Cossiga si dedicò presto alla politica, iscrivendosi alla sezione cittadina della Democrazia Cristiana a  soli 17 anni. Precoce anche negli studi, a 20 anni si laureò in giurisprudenza e nel 1948 iniziò una carriera universitaria che gli sarebbe in seguito valsa la cattedra di diritto costituzionale dell'Università di Sassari. Alla fine degli anni Cinquanta, ancora trentenne, intraprese la carriera politica a capo dei cosiddetti giovani turchi sassaresi: eletto deputato per la prima volta nel 1958 divenne poi il più giovane sottosegretario alla Difesa nel terzo governo Moro, il 23 febbraio 1966. Nel 1966, quando entrò per la prima volta al governo, Cossiga ricevette la delega, come Sottosegretario alla Difesa, a sovrintendere Gladio, sezione italiana di Stay Behind Net, organizzazione segreta dell'Alleanza Atlantica (di cui facevano parte anche Austria e Svezia).. Negli anni di piombo, il suo nome venne scritto dagli studenti, per protesta, con una "kappa" iniziale e usando le due "esse" runiche delle SS naziste. Ministro dell'Interno nel Governo Andreotti III dal 1976, Cossiga non esitò a lasciare l'incarico nel 1978, dopo la morte di Aldo Moro, assumendosi la responsabilità dell'accaduto. Al giornalista Paolo Guzzanti disse: "Se ho i capelli bianchi e le macchie sulla pelle è per questo. Perché mentre lasciavamo uccidere Moro, me ne rendevo conto. Perché la nostra sofferenza era in sintonia con quella di Moro". Appena un anno dopo, il 4 agosto 1979, fu nominato presidente del Consiglio rimanendo in carica fino all'ottobre del 1980, quando fu accusato di favoreggiamento personale e rivelazione di segreto d'ufficio. Cossiga fu sospettato di aver rivelato a un compagno di partito, il senatore Carlo Donat Cattin, che suo figlio Marco era indagato e prossimo all'arresto, essendo coinvolto in episodi di terrorismo, e di aver suggertito l'espatrio. Il Parlamento in seduta comune ritenne però manifestamente infondata l'accusa. Dopo un periodo di allontanamento dalla vita pubblica, nel 1983 fu eletto presidente del Senato. Nel 1985 divenne l'ottavo presidente della Repubblica Italiana, succedendo a Sandro Pertini. Per la prima volta nella storia repubblicana, l'elezione avvenne al primo scrutinio, con una larga maggioranza (752 su 977 votanti): Cossiga ricevette il consenso oltre che della DC anche di PSI, PCI, PRI, PLI, PSDI e Sinistra indipendente. Iniziato il mandato all'età di 57 anni, fu il più giovane presidente italiano mai eletto. A cinque anni dal mandato il cambiamento:  considerato da tutti troppo ''istituzionale'', Cossiga si trasformò nel terribile e provocatorio fustigatore del quieto vivere politico, il destabilizzatore del sistema. Prima di allora era stato un silenzioso e potente uomo politico democristiano, talmente riservato che molti, a vedere il cambiamento, si chiesero se dietro le sue irrituali ''esternazioni'' non ci fosse il germe della follia. D'altra parte lo stesso Cossiga avviò la carriera di "picconatore" con la frase ''Io non sono matto, faccio il matto. Io sono il finto matto che dice le cose come stanno''. Cossiga si dimise dalla presidenza della Repubblica il 28 aprile 1992, a due mesi dalla scadenza naturale del mandato, annunciando le sue dimissioni con un discorso televisivo che tenne simbolicamente il 25 aprile. Fino al 25 maggio, quando al Quirinale fu eletto Oscar Luigi Scalfaro, le funzioni presidenziali furono assolte, come previsto dalla Costituzione, dall'allora presidente del Senato, Giovanni Spadolini. Quando Rifondazione comunista fece mancare il suo appoggio al governo Prodi I, che venne battuto alla Camera per un voto, Cossiga fu determinante per la formazione del governo D'Alema. Il 19 maggio 2006 ha votato la fiducia al governo Prodi II. Il 6 dicembre 2007 è stato determinante per salvare dalla crisi il governo Prodi, con il suo "sì" al decreto sicurezza, sul quale l'esecutivo aveva posto il voto di fiducia. Nel 2008 Cossiga ha votato la fiducia al governo Berlusconi IV; in precedenza aveva votato la fiducia a Berlusconi nel 1994.

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