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Il gestore del sito marijuana.it scarcerato a Trento. "Vendere semi non è reato"

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I giudici, che riprendono una sentenza della Cassazione: "Nessun problema se non si vende anche materiale per la coltivazione"

Roberto Amaglio
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Quest'estate ci eravamo già divertiti nel leggere la sentenza della Cassazione in cui si stabiliva come i seguaci della religione rasta trovati in possesso di erba dovessere godere di un trattamento più accondiscendente da parte delle autorità (fumare marijuana favorirebbe la contemplazione e la preghiera "nella credenza che l'erba sacra sia cresciuta sulla tomba di re Salomone"). Tuttavia l'estate giudiziaria 2010 verrà ricordata anche per un'altra sentenza sicuramente discutibile che arriva da Trento. Il Tribunale del riesame, infatti, ha ordinato la scarcerazione di Matteo Filla, 37 anni, milanese che vive ad Arco, raggiunto due settimane fa da un'ordinanza di custodia cautelare essendo il responsabile del sito web marijuana.it, portale in cui si poteva acquistare semi per la coltivazione della sostanza stupefacente. Alla base di tale decisione un'altra sentenza della Cassazione che stabilisce che "la vendita dei semi non è illecita di per se stessa, mentre lo diventa la commistione di vendita di semi e materiale per la sua coltivazione". In pratica la vendita semplice di semi di mariujana non costituisce reato. E dire che l'accusato gestisce altri siti in cui fornisce anche tutto il materiale per la coltivazione degli stessi. "Ma questi portali non sono linkati a quello della vendita di semi – sostiene l'avvocato Carlo Alberto Zaina, consulente legale dell'Aduc (associazione diritti utenti e consumatori) –. Inoltre su quello dove vende compare una finestra che ricorda come la coltivazione sia reato. Il Riesame ha osservato infine che viene punita l'istigazione all'uso, non rilevata nel caso in questione, ben distinta, tra l'altro, dalla propaganda, che costituisce un illecito amministrativo''. Precedenti – Per Filla si tratta del terzo procedimento giudiziario, sempre per casi attinenti alla vendita di semi per la coltivazione di piantine di mariujana. Un primo giudizio l'ha visto assolto nel 2007, con sentenza passata in giudicato, mentre ha in corso un altro procedimento, nel quale è stato condannato a dicembre del 2009, in attesa di appello. L'ultimo processo lo vede accusato dal Tribunale di Rovereto di istigazione, induzione e proselitismo per la coltivazione di piante idonee alla produzione di stupefacenti.

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