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Rom, il governo francese apre il dialogo con la chiesa

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Ad avanzare la richiesta ai rappresentanti del clero è stato il ministro dell'interno Hortefeux

Tatiana Necchi
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Si apre la strada del dialogo tra il Governo francese e la Chiesa cattolica circa la politica di sicurezza e, in particolare, sul piano del rimpatrio volontario di rom, in questi giorni al centro delle polemiche. Il ministro dell'interno Brice Hortefeux oggi è intervenuto per invitare al dialogo quei rappresentanti del clero che negli scorsi giorni hanno avanzato dure critiche per le espulsioni dei rom. Il piano in questione, su cui è intervenuta a più riprese anche la Commissione europea, prevede lo smantellamento di circa 300 campi abusivi e il rimpatrio di almeno 700 rom entro tre mesi. Il ministro intervistato da “Europe 1”, si è detto pronto a incontrare il presidente della Confederazione Episcopale, il cardinale Andrè Vingt-Trois ma anche tutti coloro che, all'interno della Chiesa, lo desiderano. Papa Benedetto XVI, senza fare un esplicito riferimento ai rimpatri, durante l'Angelus ha invocato la necessità di “saper accogliere le legittime diversità umane”. «Ho ascoltato con attenzione quello che il Papa ha detto - ha spiegato Hortefeux - Se qualcuno desidera incontrarmi, sarò felice di farlo per ascoltare ma anche per ricordare che agiamo su un problema che non è solo francese, ma europeo, che agiamo nel quadro delle leggi previste dalla commissione europea e che siamo rispettosi dei diritti individuali». Gli scorsi giorni il ministro dell'immigrazione Eric Besson, aveva anche minacciato l'intenzione di «adattare la legislazione in materia per combattere contro le violazioni del diritto al soggiorno breve». Questo perché, molti dei rom già espulsi negli anni precedenti, hanno poi fatto ritorno in Francia poiché cittadini comunitari. Passati tre mesi, però, sono tenuti a dimostrare di avere un reddito per poter rimanere. E il governo francese sta tentando di mettere a punto delle misure per rendere efficaci i piani di rimpatrio. Nel 2009 sono stati espulsi circa 10mila rom, ognuno dei quali ha ricevuto come rimborso una somma di 300 euro, e 100 per i minori, oltre a un biglietto aereo. Come ha raccontato un poliziotto al quotidiano “Le Figaro”, quei soldi sono stati poi utilizzati dagli stessi per ritornare: «Di recente, abbiamo arrestato un rom, che era stato già rimpatriato con un volo in Romania, dopo aver ottenuto il rimborso spese di 300 euro. Lì, la tratta Bucarest-Parigi in autobus costa 60 euro. Non è passata nemmeno una settimana che l'uomo ha fatto ritorno in Francia, accompagnato da quattro cugini, cui aveva offerto il viaggio con i soldi del rimborso». Tra gli strumenti messi a punto dal governo di Parigi c'è anche la creazione di uno schedario biometrico. Oscar, questo l'acronimo del dispositivo, servirà proprio a impedire che i rom possano rientrare in Francia e ricevere più di una volta i rimborsi messi a disposizione. Monito Ue - Intanto sulla questione interviene anche Bruxelles, richiamando tutti gli Stati membri della Ue «ad attuare correttamente le regole europee». «Stiamo monitorando da vicino le varie situazioni», ha detto il portavoce della vicepresidente della Commisione Ue, Viviane Reding, rispondendo a chi le chiedeva di commentare le iniziative di Francia e, in precedenza, Italia sui rom.

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