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La mamma gli nasconde i robot e lui, trentenne, incendia la casa

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L'uomo ha giustificato il gesto dicendo che voleva morire insieme ai suoi Gundam che considerava parte del suo corpo

Tatiana Necchi
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Era convinto che la madre gli avesse buttato nella spazzatura i suoi più amati robot giocattolo e così ha dato fuoco alla casa. Ma l'autore del gesto da incendiario non è un bambino, bensì un uomo di 30 anni che ha giustificato il gesto dicendo di aver cercato di suicidarsi per morire insieme ai suoi 300 modellini di riproduzioni in miniatura di Gundam, una serie di cartoni animati degli anni '70. La strana vicenda è successa a Kasai nella zona centro-occidentale del Giappone l'agosto dello scorso anno. Dal processo a suo carico è emerso che l'uomo ha sparso l'olio per la stufa nella sua stanza e ha intenzionalmente appiccato il fuoco con un accendino riducendo in cenere l'intera casa divisa, per altro, su due piani. In realtà la madre non aveva gettato i suoi preziosi robot ma li aveva semplicemente messi in un sacco della spazzatura perché stava spolverando la stanza. Ma lui non avendoli più visti ha perso la ragione. L'uomo ha spiegato che il gesto è nato da una “rabbia verso la famiglia” poiché non è “stato compreso”: «I modellini erano parte del mio corpo e della mia anima - ha dichiarato tra lo sconcerto generale - Quando li guardavo, sentivo tornare la forza necessaria per recarmi al lavoro il giorno seguente, indipendentemente da quanto fossero onerose le mie mansioni». E così l'armata dei suoi 300 modellini di plastica è andata in fumo insieme alla casa.

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