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Lapo Elkann rimpiange il nonno e critica la classe politica italiana

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"Gianni Agnelli era audace, oggi invece c'è un po' di leggerezza rispetto ai ruoli istituzionali"

Michela Ravalico
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Lapo Elkann si confessa davanti alla platea degli industriali francesi. Invitato come ospite dal congresso estivo della Medef, la Confindustria d'oltralpe, il rampollo della famiglia Agnelli, figlio di Margherita (figlia di Gianni) e dello scrittore Alain Elkann, ha ricordato con nostalgia il nonno. "Giovanni Agnelli era un uomo audace e non lo dico perchè era mio nonno. Oggi in Italia manca una figura così. Purtroppo l'Italia oggi è tristemente rappresentata dalla sua classe politica, c'è un pò di leggerezza rispetto ai ruoli istituzionali". Elegantissimo, in completo verde, Lapo Elkann è stato invitato a parlare nell'ambito del dibattito "Gli audaci, si cercano testimoni". E a proposito di audaci ha parlato di Gianni Agnelli. "Mio nonno è stato il miglior ambasciatore che l'Italia abbia avuto. Ha dato tanto ed è stato una delle figure che meglio ha rappresentato l'Italia nel mondo". Oggi, secondo Lapo Elkann, non è più così "ed è un peccato, perchè l'Italia ha degli elementi e dei punti di grande forza a suo vantaggio rispetto agli altri. Bisognerebbe dare valore a questi elementi e mio nonno sapeva farlo. Nei momenti più difficili non ha mai abbandonato l'Italia, l'ha sempre promossa ed ha spinto il suo paese a guardare avanti. Purtroppo cose del genere non si possono fare da soli, voi francesi - ha concluso diretto al pubblico - avete il vantaggio di saper fare più squadr"». Fiat - Il giovane ma intraprendente nipote, che assieme al fratello John e alla sorella Ginevra, ha in mano il pacchetto più consistente di azioni delle holding a monte di Fiat, ha voluto parlare anche dell'incredibile recupero segnato dal gruppo automobilistico torinese dalla morte del nonno a oggi. "Le banche consumavano l'azienda, nonno era morto, mio fratello ed io ci siamo ritrovati ad entrare in affari - ha raccontato - inoltre, sui media il gruppo Fiat era attaccato con grande durezza. Bisognava restituire orgoglio, fierezza, così abbiamo creato un piccolo gruppo e abbiamo cominciato a rilanciare l'orgoglio all'interno dell'azienda prima che all'esterno. Dirigenti e operai a mangiare insieme, le finestre degli uffici aperte per far vedere cosa si faceva in ogni stanza...abbiamo spezzato le regole, infranto i codici, era il solo mezzo per fare squadra e restituire il prestigio". La 500 - Lapo Elkann ricorda anche che il giorno del lancio della 500 ha deciso di  lasciare il gruppo-. "Motivi personali - sorvola il giovane - che però mi hanno dato la forza e l'audacia per dire a me stesso: sì, faccio parte di una famiglia, di un gruppo, quando si è trattato di dare ho dato, sono entrato con il titolo quotato 2 euro e sono uscito con la quotazione a 21 euro. Oggi sono rimasto azionista, aiuto indirettamente con il design e la comunicazione ma ho messo su i miei affari, Italia Independent, un marchio che concilia la tecnologia con la tradizione". Il futuro dell'Italia - Per quanto riguarda le potenzialità inespresse dell'Italia, secondo Lapo Elkanno "il Paese ha ancora un vantaggio sulla Francia, il suo settore artigianale è ancora forte, è uno zoccolo duro. Tante marche francesi, Vuitton, Dior, producono in Italia le parti più di lusso. Il mio obiettivo è spingere l'Italia in avanti. Primo perchè è il mio paese, poi perchè credo abbia forti potenzialità, come la Francia. Probabilmente è meno organizzato, ma questo è anche il suo fascino"

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